Contro una ricostruzione unilaterale e titoista del 1947 in Istria

L’Associazione Coordinamento Adriatico manifesta la propria sorpresa e contrarietà per come la trasmissione «1947 Nasceva un mondo nuovo» mandata in onda da Tele Capodistria abbia rappresentato all’utenza televisiva le vicende storiche che ruotano intorno al fatidico 1947, anno in cui l’Italia ha subito il trattato di pace stipulato fra le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale.

L’impostazione complessiva della trasmissione ha offerto una valutazione del tutto unilaterale di positiva condivisione della atmosfera instaurata dal comunismo titoista nell’area del litorale adriatico in quel periodo. Tutto è stato ridotto a una glorificazione della riforma agraria e alla sottolineatura in chiave classista della affermazione del proletariato. E questo con una deformazione evidente della realtà storica.

Infatti, mentre è stato giusto ricordare le vittime della Risiera di San Sabba e lo spietato regime imposto dai nazisti  nella Zona di Operazioni Litorale Adriatico, appare inaccettabile avere ignorato le migliaia di persone eliminate dai nazionalcomunisti jugoslavi anche a guerra finita. Nessuna evidenza delle violenze sistematiche patite dell’intera comunità italiana, nessun  accenno ai massacri delle foibe, silenzio sulla strage di Vergarolla e neanche un riferimento alle deportazioni e al clima di terrore realizzati dall’OZNA. Senza tali antefatti è impossibile comprendere cosa spinse la quasi totalità della comunità autoctona italiana ad abbandonare la propria attività,  le proprie case, la terra su cui viveva da secoli.

Questa deformante ricostruzione comporta la condivisione da parte di Coordinamento Adriatico delle molteplici argomentate  censure indicate nella presa di posizione della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, che non devono qui essere riscritte.

Riteniamo doverosa questa precisazione per definire in modo corretto la posizione di Coordinamento Adriatico, associazione che ha sempre inteso operare nel solco del dialogo fra esuli e “rimasti” al fine di ricomporre la frattura cagionata dagli esiti della Seconda guerra mondiale, ma in maniera storicamente rigorosa e scientificamente approfondita, lungi dai toni encomiastici e benevoli nei confronti del regime instaurato da Tito che invece  affiorano a tratti in questo documentario.

 

Prof. Giuseppe de Vergottini

Presidente Associazione Coordinamento Adriatico

Bologna, 22 settembre 2017