Conoscere e riscoprire Capodistria

Scritto da «La Voce del Popolo», 08/12/11
giovedì 08 dicembre 2011

CAPODISTRIA – Capodistria, per secoli il maggior centro culturale della penisola – tanto da essere chiamata l’Atene dell’Istria –, patria, tra gli altri, del pedagogista Pier Paolo Vergerio il Vecchio, del teologo Pier Paolo Vergerio il Giovane, del medico e scienziato Santorio Santorio, dell’illuminista, studioso enciclopedico Gian Rinaldo Carli, dello storico Carlo Combi… Ricca di monumenti e di opere d’arte dell’età medioevale, rinascimentale e barocca, i suoi eleganti edifici in puro stile veneziano sono testimoni dei secolari legami con la Serenissima, di cui è intessuta la sua stessa struttura urbanistica e il percorso civile e culturale che la contraddistingue. Il suo centro storico ha conservato il tipico aspetto assunto durante la lunga dominazione veneta, con calli, campi, broli, volti, portici e sottoportici, gli stemmi di podestà e delle vecchie famiglie nobili, leoni di San Marco sulle facciate dei palazzi e delle case. Affascinanti sono il suo Duomo, il Palazzo Pretorio e la Loggia.

A raccogliere e valorizzare in tutti i suoi aspetti quest’immensa e pregevole eredità è ora un nuovo prodotto librario, edito in sloveno, italiano e inglese, Capodistria – La città e il suo patrimonio, di Salvator Žitko, nato su iniziativa della Libreria “Libris” (editrice delle versioni slovena e inglese) in collaborazione con il Centro Italiano di Promozione, Cultura, Formazione e Sviluppo “Carlo Combi”, curatore nonché editore della versione in lingua italiana. Il volume verrà presentato domani, venerdì 9 dicembre, alle ore 18, presso la Sala del Consiglio Comunale a Palazzo Pretorio, a Capodistria. Una sede più che adeguata, dunque, visto che, con la sua facciata tardo gotico-rinascimentale e con le sua sale, è forse il più sontuoso edificio profano della città. All’incontro di domani sera prenderanno parte l’autore, Salvator Žitko, e le redattrici, Ingrid Celestina e Roberta Vincoletto. Farà da moderatrice Devana Jovan Lacovich.

«Con il nuovo volume dedicato a Capodistria si intende presentare la città nei suoi aspetti più ricchi e suggestivi anche mediante l’utilizzo di numerose fotografie ed un ampio materiale documentario – si legge nel comunicato stampa di Roberta Vincoletto, del Centro Italiano “Carlo Combi” –. Tale pubblicazione sarà pertanto interessante e coinvolgente anche per il lettore nostrano, che potrà così riscoprire la propria città sotto una nuova luce». A firmare i testi è il noto storico dell’arte Salvator Žitko, mentre la maggior parte del materiale fotografico è stato fornito da Andrej Medica. Strutturata in diversi capitoli, l’opera monografica presenta innanzitutto Capodistria e il suo immediato entroterra, soffermandosi in modo particolare sul suo patrimonio architettonico e artistico e le peculiarità naturali e geografiche, sui più importanti monumenti, le istituzioni, i personaggi più noti e significativi, che hanno caratterizzato i secoli di vita della Caput Histriae.

Trovano inoltre ampio spazio cenni – sia scritti sia iconografici – sulle antiche mura cittadine – più volte demolite e rinnovate nel corso del Medioevo, nel XV secolo furono ampliate dai Veneziani fino ad abbracciare l’intera isola (delle dodici porte cittadine si è conservata soltanto la Porta della Muda o del Ponte, punto di accesso dalla terraferma, presso la quale si riscuotevano i dazi sulla merce che entrava in città) –, sui pozzi, sulle tipiche case a gheffo, sulle colonne commemorative e votive, sui camini, sulle fontane, sui patroni e sugli stemmi cittadini, senza ovviamente dimenticare i “figli” illustri. Non mancano, a condire il tutto con quell’immancabile pizzico in più che, nella narrazione storico-artistica, è costituito dall’aneddotica e delle curiosità; riferimenti a episodi forse marginali del passato e del presente, ma che ormai fanno parte della tradizione cittadina e possiedono un fascino speciale. Un volume, dunque, piacevole da sfogliare. Sarà indubbiamente un prezioso alleato nella conoscenza di Capodistria per chi vi si accosta da estraneo, viceversa una strumento per approfondire e rivedere tasselli già noti ma forse dimenticati, scoprire i lati più reconditi di una città che sa ancora regalare angoli di una bellezza inaspettata. (ir)