In questa solennità civile nazionale, celebrativa del Giorno del Ricordo, sembra che il tempo non
abbia saputo rimarginare una ferita ancora aperta.
Coloro che oggi negano, travisano, giustificano o minimizzano gli eccidi delle Foibe ed il dramma
patito dagli Esuli Giuliano-Dalmati che attendono ancora di veder rispettati diritti umani negati da
più di settant’anni, fanno male alla società civile.
In ultima analisi questi soggetti, che oggi inneggiano in coro la perpetuazione di barbari eccidi nel
più bieco disprezzo della persona, fomentano la violenza.
Con tali beceri atteggiamenti, questi soggetti provocano, attendendo reazioni per poi mostrarsi
come vittime.
Senza dare seguito a facili confronti sulla differenza di trattamento per chi è vittima della violenza
ora razziale, ora ideologica ed ora nazionalistica, chi inneggia alle Foibe è, di fatto, il vero
mendante dell’instabilità sociale ed arma la mano di disperati ed insani per i loro gesti folli.
La storia ci ha insegnato a respingere con forza questi elementi, al fine di evitare gli errori del
passato.
Non ci faremo intimidire né ci lasceremo provocare da cloro che, oggi come ieri, seminano
discordia.
La nostra Memoria racconta un passato che si fa etica in una società dove anche gli imbecilli
trovano il loro momento celebrativo, ripreso da una comunicazione indifferente ai valori portati
dalla nostra storia e molto più interessata alla pubblica idiozia.
Federesuli, Roma, 10 febbraio 2018