In seguito al collasso politico, militare ed istituzionale verificatosi l’8 settembre 1943, in Istria e Dalmazia il vuoto di potere che si realizzò consentì all’esercito partigiano jugoslavo di Josip Broz “Tito” di prendere il controllo della situazione per un mese circa in province che allora facevano parte del Regno d’Italia. Avvenne così la prima ondata di massacri nei confronti della comunità italiana locale, colpita da arresti arbitrari, processi sommari, fucilazioni, sepolture in fosse comuni ed infoibamenti: circa un migliaio furono i morti. Si trattava soprattutto di persone che per il loro ruolo lavorativo o sociale rappresentavano lo Stato italiano, ovvero la plurisecolare presenza dell’italianità nell’Adriatico orientale: impiegati pubblici, vigili urbani, forze dell’ordine, maestri… Di questa mattanza fu vittima anche Norma Cossetto, studentessa istriana figlia di un piccolo proprietario terriero, inquadrato nelle organizzazioni fasciste locali, come tutti gli italiani di allora, ma a cui carico nessuna azione criminale è stata mai segnalata: in quel momento insurrezionale costui rappresentava, tuttavia, il simbolo della presenza italiana dominatrice nei confronti delle masse rurali slave. Questa “colpa” ricadde su tutta la famiglia e anche la giovane laureanda dell’Università di Padova fu sequestrata, violentata ed infine scaraventata nella foiba di Vines nell’entroterra istriano il 5 ottobre 1943. Da allora il femminicidio della ventitreenne studentessa è diventato il simbolo delle sofferenze della popolazione italiana del confine orientale e gli esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia ne hanno custodito la memoria per oltre mezzo secolo, ma va ricordato che già nel 1949 il Rettore dell’Università di Padova Concetto Marchesi, uno dei padri costituenti nonché deputato comunista nelle prime legislature dell’Italia repubblicana, ricordò in una lapide affissa nell’ateneo la morte della studentessa e le conferì la Laurea honoris causa. Grazie poi all’istituzione del Giorno del Ricordo, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ne ha riconosciuto ufficialmente la tragedia conferendole la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria:
«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. Villa Surani – 5 ottobre 1943»
A Trieste il 75° anniversario del sacrificio di Norma Cossetto sarà commemorato domani, venerdì 5 ottobre, con la tradizionale cerimonia solenne che inizierà alle ore 17.30 con la deposizione di una corona d’alloro alla stele posta nella via a lei dedicata, nel rione di Chiarbola. La cerimonia è organizzata dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato provinciale di Trieste assieme all’Associazione delle Comunità Istriane ed alla Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, in collaborazione con il Comune di Trieste che interverrà con il Gonfalone municipale e con la presenza del Sindaco Roberto Dipiazza. Successivamente, mercoledì 10 ottobre, alle ore 17.30, nella sede dell’Associazione delle Comunità Istriane, in via Belpoggio 29, in un’altra iniziativa promossa da questa Associazione sempre in collaborazione con l’ANVGD e FederEsuli, si parlerà ancora di Norma Cossetto, della sua tragica morte e di “Red Land”, il nuovo grande film sulle foibe e sul martirio della Cossetto che uscirà a novembre. Interverrà all’incontro il giornalista Fausto Biloslavo.
Lorenzo Salimbeni , Responsabile comunicazione Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, 3 ottobre 2018