Scritto da «Il Giornale», 01/09/09
Una serata tutta dedicata al cinema quella in programma oggi a Parolario, il festival della letteratura di Como. Si inizia alle 21 con un dialogo tra Stefano Salis e Goffredo Fofi, il decano della critica cinematografica italiana, autore di fluviali, acute e spesso taglienti pubblicazioni, tra cui la riedizione aggiornata della Avventurosa storia del cinema italiano, scritta insieme con Franca Faldini e pubblicata quest’anno dalla Cineteca di Bologna. Si prosegue attorno alle 22 con la proiezione del documentario «Come diventai Alida Valli», girato nel 2008 da Pierpaolo De Mejo, nipote della diva. Diva per modo di dire: in realtà Alida Maria Altenburger (questo il vero nome dell’attrice), scomparsa a Roma nel 2006, è stata a tratti un’antidiva, o comunque una persona difficile da catalogare secondo gli schemi in un uso nel mondo dello spettacolo. I suoi modi un po’ scorbutici le valsero paradossalmente una segnalazione per «Il Feroce Saladino», il film con cui esordì sul grande schermo nel 1937, a soli sedici anni.
Alida infatti era nata a Pola nel 1921, ma fin da bambina era andata a vivere a Como, dove il padre, insegnante di filosofia, aveva ottenuto una cattedra. Il documentario di Pierpaolo De Mejo, venticinquenne regista e attore teatrale, racconta la vita della Valli dalla nascita fino ai suoi primi successi, cercando di comprendere quali sono state le ragioni che l’hanno spinta a recitare e attingendo molte informazioni da una autobiografia che venne scritta ma mai pubblicata. Le altre fonti di notizie e di divertenti aneddoti sono i personaggi dello spettacolo che l’hanno conosciuta e che De Mejo ha videointervistato: innanzitutto Piero Tosi, incontrato sul set di Senso, poi Giuseppe Rotunno e Lina Wertmuller. Il documentario si conclude con una vera e propria inchiesta sulla vita dei giovani attori di oggi. De Mejo ha interpellato alcuni studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma mettendo a confronto le loro aspirazioni con quelle espresse da Alida prima del suo esordio: ne è scaturito un confronto intergenerazionale tra modi (in fondo non molto diversi) di intendere il mestiere dell’attore.