Scritto da «Danas», 16/04/10
Pécs – Durante i colloqui di ieri a Pécs, i presidenti di Serbia, Croazia e Ungheria hanno concordato sulla necessità di una stretta cooperazione nel processo di integrazione di tutti i Paesi della regione nell’Unione europea, anche al fine di superare i problemi causati dai conflitti degli Anni novanta. Dopo la riunione, Tadic e Josipovic hanno incontrato i rappresentanti della minoranza serba e della comunità croata. Nel corso di una conferenza stampa congiunta dei tre leaders, il Presidente Tadic ha detto di sperare che la Serbia possa ottenere lo status di candidato all’Unione europea in occasione della presidenza ungherese dell’UE, nella prima metà del 2011. Parlando ai giornalisti, i presidenti di Serbia e Croazia – ritenuti i protagonisti dei nuovi rapporti nell’area considerata – hanno pure sottolineato come i loro due Paesi si siano ormai assunti in prima persona la responsabilità per la stabilità della regione e che il futuro di entrambe le nazioni, così come quello dell’intera area, si dovrà costruire all’interno della stessa Unione europea. «Abbiamo fatto un sostanziale passo in avanti, considerando le tante incomprensioni dolorose della nostra storia comune. Questo utile percorso contribuisce alla fiducia dei serbi in Croazia e dei croati in Serbia. I nostri cittadini, a prescindere dalla loro etnia, danno un rilevante contributo alla politica regionale di riconciliazione, stabilità e sviluppo. Come presidente della Serbia, sono determinato a proseguire nella politica di tali rapporti, perché il mio collega e io siamo responsabili non solo per i legami tra i nostri due Paesi, ma anche per le relazioni in tutta l’area» – ha detto Tadic.
Il presidente croato, Ivo Josipovic, ha sottolineato per parte propria come questo meeting abbia avuto, per la sua nazione, un significato estremamente rilevante, soprattutto in quanto l’atteggiamento verso le minoranze è ormai il primo criterio per valutare i risultati di ciascun Paese nel progresso verso l’integrazione europea. «Considerando il passato, la convivenza delle minoranze, senza divisioni, è un fattore molto importante per la Croazia. Mi auguro che durante il mio mandato la regione possa risolvere tali questioni, e che tutti i paesi continuino a cooperare nell’UE» – ha detto Josipovic. Alla domanda sulle vertenze confinarie tra i due Paesi, Tadic e Josipovic hanno risposto che la questione è complessa, ma si sta già lavorando per trovare le opportune soluzioni. Josipovic ha anche sottolineato la necessità di risolvere i problemi economici in entrambi gli Stati. Il presidente serbo e quello croato hanno quindi aggiunto che i loro rispettivi governi sono all’opera per trovare un rimedio affinché venga ritirata la denuncia dinanzi alla Corte internazionale di giustizia. «Le accuse hanno senso se la controversia non può essere risolta in altro modo, e credo che sia possibile dirimere i dissidi tramite un accordo e grazie alla negoziazione. I crimini non devono restare impuniti e i diritti dei cittadini non possono essere messi in discussione: questi principi sono il prerequisito per risolvere tale problema», ha affermato Tadic. (traduzione italiana a cura di Giorgio Federico Siboni)