Autostrade, Slovenia pronta a partire con la Cosina-Fiume

Scritto da Andrea Marsanich, «Il Piccolo», 02/07/11
FIUME – Il sogno di generazioni di quarnerini e istriani, e mettiamoci anche i dalmati, potrebbe diventare realtà in questo decennio. Parliamo dell’autostrada Fiume–Trieste, importantissima non solo dal punto di vista dello sviluppo economico dell’area nordadriatica ma anche perché darebbe impulso al settore turistico, permettendo ad una marea di vacanzieri di avere un deflusso più facile verso i centri di villeggiatura adriatici. E viceversa. È di questi giorni la notizia che il ministero sloveno dell’Ambiente ha avviato i preparativi per le aggiunte al piano regolatore statale, che prevedono la costruzione di una nuova autostrada fino al confine con la Croazia. È cosa arcinota che Italia e Croazia hanno fatto la loro parte, approntando gli assi autostradali che un giorno collegheranno – come è giusto che sia – Trieste e Fiume, evitando di percorrere la statale che da Rupa, in Croazia, attraversa una trentina di chilometri di territorio sloveno prima di arrivare all’ex valico di Pese o Cosina.
Una statale non proprio bellissima, piena di curve, alquanto stretta e che allunga i tempi di percorrenza dal Borgo teresiano al capoluogo del Quarnero. Si sa unicamente con certezza che il tratto autostradale sloveno concluderà la sua “corsa” in località Jelsane, andando ad unirsi all’autostrada Fiume–Rupa, entrata in vigore alcuni anni fa. Tutto il resto, e ci riferiamo al tracciato e al luogo dove vi sarà l’aggancio all’autostrada Capodistria–Lubiana, è ancora un mistero. Le soluzioni proposte sono diverse e saranno materia di dibattito nei prossimi anni. Pare sicuro che l’autostrada arriverà a Ilirska Bistrica (Bisterza o Villa del Nevoso), dopo di che potrebbe bypassare Pivka e toccare Postumia oppure confluire sulla Capodistria–Lubiana in quel di Divaccia. La costruzione dell’autostrada, peraltro contemplata come obbligatoria per la Slovenia dagli Accordi di Osimo, dovrebbero cominciare non prima del 2014 o del 2015. Difficile prevedere l’inizio dei lavori in quanto le casse statali slovene al momento piangono.