Scritto da Niki Orciuolo
Una piacevole gita in barca, navigando nella parte Nordest della baia di Capodistria, può avere come meta Oltra, il porticciolo, che conserva ancora il vecchio nome di mandracchio, di Ancarano a 1,2 miglia ad Est di Punta Grossa. Poiché l’approdo è esposto ai venti da sud ed ovest che provocano all’interno notevole risacca, è necessario fare attenzione alle condizioni meteo. Le imbarcazioni possono ormeggiarsi, anche se d’estate è difficile trovare posto, sia sulla parte interna sia esterna del molo dove la profondità è tra i 2,5 e 4m. altrimenti si dovrà optare per l’ancoraggio alla ruota in baia.
La zona molto fertile, ricca di vigne e vegetazione mediterranea con cipressi, lauri e olivi, era già abitata, quando arrivarono i Romani che chiamarono il villaggio esistente Ancaria e guardando da Tergeste la valle oltre il mare, le diedero il nome di Ultra che poi divenne Valdoltra. Già nel X sec. si ergeva sul posto la chiesa di Sant’Apollinare e proprio nei pressi, nel 1072, i Benedettini, arrivati con delle barche dal Lido di Venezia, costruirono il monastero di San Niccolò d’Oltra che rimase in funzione fino al 1641 quando, a causa di una devastante epidemia di peste, il luogo, ormai disabitato, fu abbandonato.
Solo più di 130 anni dopo, nel 1774, la nobile famiglia capodistriana Madonizza, acquistò la vasta proprietà con il monastero trasformandola in una grande residenza estiva ma, con l’arrivo dell’esercito napoleonico e la costituzione delle Province Illiriche, l’edificio fu requisito ed adibito ad ospedale militare. Subito dopo la 1° guerra mondiale, con l’apertura dei Bagni di San Nicolò, ancora una trasformazione e l’antico monastero divenne un albergo che oggi fa parte del grande complesso Adria e che, con il nome di Hotel Convent conserva, circondato da un ampio parco, la struttura dell’antico convento e della villa patrizia.
La costa gode di un clima mite trovandosi sottovento ai freddi venti del Nord tanto che, con la scoperta degli effetti benefici del mare e del sole, fin dalla 2° metà dell’’800 qui sorsero i primi centri di cura e convalescenza che, dopo il 1920, crebbero di fama con il diffondersi del turismo balneare. Per gli amanti delle passeggiate sono stati creati percorsi didattici e ricreativi lungo sentieri che portano alle vecchie cave di masegno, al boschetto dedicato a Ressel e alla zona di Santa Caterina, dove si trova l’unico prato salato del Mediterraneo ma, se non intendete allontanarvi troppo dalla vostra imbarcazione, a pochi passi dal porticciolo non sarà certo difficile trovare alcune valide trattorie di pesce.
Fonte: «Il Piccolo», 06/08/09.