All’ombra di Kusturica

Scritto da Vlastimir Sudar, «Sight & Sound»

Il regista serbo Goran Paskaljevic ha vissuto sempre all’ombra del connazionale Emir Kusturica, che ha monopolizzato l’attenzione di critica e distributori. Solo pochissimi dei suoi 15 film sono stati distribuiti in occidente. Eppure è stato lui, a metà degli anni settanta, il capofila di una serie di registi, usciti dalla scuola di Praga e che hanno dato vita alla Black wave jugoslava. Invece è stato il più giovane del gruppo, Kusturica appunto, ad avere il maggiore successo. La strada dei due autori si è divisa dopo la guerra civile. Kusturica ha scelto di mostrare il caos che regnava nei Balcani con film spettacolari come Gatto nero, gatto bianco, mentre Paskaljevic ha scelto di raccontare la drammaticità della vita nei paesi dell’est con uno stile dimesso e cupo. Al festival di Venezia del 1998, quando Paskaljevic ha vinto il premio Fipresci con La polveriera, è avvenuta la rottura definitiva: il “secondo” ha accusato Kosturica di fare una specie di apologia del regime di Slobodan Milosevic. Forse in quel caso ha esagerato, ma a Paskaljevic va dato il merito di aver oferto pre trent’anni uno sguardo acuto sul turbolento mondo balcanico. Dal 1 al 31 luglio, il British film institute di Londra celebra il suo cinema.

Fonte: «Internazionale», 02-08/07/10.