Scritto da Kritik, newsletter indipendente di Ninni Radicini
domenica 19 dicembre 2010
Castel Rovino
di Nidia Robba
ed. La Mongolfiera libri, pagg.180, novembre 2010
Il ricordo di un giorno
Prefazione di Ninni Radicini
Castel Rovino prosegue la bibliografia di Nidia Robba caratterizzata dalla descrizione di storie, ambienti, culture proprie della Mitteleuropa. In questo romanzo è evidenziata in particolare l’area dell’Alto Adige / Südtirol, attraverso località ed elementi particolari, al centro di un contesto narrativo in cui convergono personaggi, tra gli altri, provenienti dal Friuli Venezia Giulia (Pordenone), dalla Bassa Baviera e dalla Svizzera. La struttura del romanzo è sviluppata su due protagonisti, Sofia e Renè, che seguono ognuno una propria direttrice narrativa, con un anello di congiunzione nel personaggio di Marlene, moglie di Walter, insieme al fratello Renè possidente del castello, dove si ritrovano personaggi differenti, qualcuno dei quali osserva isolato lo scorrere del presente, sebbene poi viva l’avventura più complessa.
I due protagonisti hanno caratteri speculari e per certi versi condividono il segno del rispettivo futuro. Sebbene Sofia sembri più simile a una dei co-protagonisti – Polinnia (nome ripreso dalla mitologia greca) – per la incertezza dei rapporti con le persone con cui si è deciso di condividere l’esistenza fino a quel momento, e nella passione per la mitologia nordica, argomento che diventa motivo di conversazione tra loro e insieme ad altre figure del romanzo. Così, forse per coincidenza, le fasi narrative che riguardano i personaggi laterali potrebbero essere interpretati come metafora del corso degli avvenimenti vissuti da qualcuno dei protagonisti.
Ad esempio la vicenda del peggioramento nella salute del padre di Sofia può essere interpretata come allegoria della evoluzione del rapporto di lei con il marito. Mentre il personaggio di Frida rievoca, in senso più eclatante, Myriam, la protagonista de Il sortilegio della città rosa (romanzo di Nidia Robba del 2006) di cui condivide le origini (entrambe di Trieste) e la disinvoltura nell’affrontare la vita, sebbene la seconda declinasse questo carattere pressoché in modo esclusivo nell’ambito sentimentale. La quotidianità diventa, nell’insieme, metafora di una cultura nobiliare in cui la semplicità si integra con i riferimenti a storie e leggende (per esempio quella di Artù e della Terra di Avalon), alla mitologia, alla terza Crociata. E la nobiltà e la civiltà coesistono negli ideali interpretati in musica da Richard Wagner. Temi articolati che possono anche essere sviluppati a partire da vicende nell’apparenza quotidiana, ma che in seconda lettura descrivono una specificità culturale. Così come l’idealità individuale delle opere di Wagner può trovare una rappresentazione nella cinematografia olimpionica di Leni Riefenstahl. Ma a questo significato si può arrivare anche attraverso il romanzo popolare dal tratto drammatico.
Il castello è il centro della narrazione, il luogo in cui si svolgono incontri determinanti tra i personaggi. L’autrice ne indica le origini storiche, porta i protagonisti e i lettori in alcune delle stanze ed è nella torre che si svolgono alcune delle sequenze principali. Quanto il castello dell’omonimo romanzo di Franz Kafka è avvolto nel simbolismo e i personaggi che vi ruotano intorno, o vi fanno riferimento, sono descritti in modo da apparire oscuri e ai limiti della razionalità, tanto l’antichissimo Castel Rovino di questo romanzo è lucente nella sua esteriorità e i protagonisti sono caratterizzati in modo lineare, seppure in esistenze di segno alterno. Nidia Robba – premiata nel maggio 2010 dal Comune di Trieste con una targa a riconoscimento della carriera di poetessa e scrittrice – come già in altri suoi romanzi, anche in Castel Rovino sviluppa un intreccio tra personaggi reali, o con riferimento a loro, e altri inventati. E’ un modo per non disperdere le esperienze vissute, le persone conosciute o appena incrociate. Il romanzo diventa un ruscello di ricordi. La sua acqua, dopo un percorso più o meno lungo, arriva al fiume della memoria di una comunità ideale: italiana, germanica, mitteleuropea.