La ricetta per evitare che si ripetano gli orrori avvenuti nel secolo scorso è all’apparenza semplice: serve far emergere il lato umano delle persone e rimboccarsi le maniche al fine di tutelare i diritti dell’uomo. Questa è la constatazione emersa ieri, lunedì 11 dicembre, all’Hotel International di Zagabria in occasione della Conferenza organizzata dall’Ufficio per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali del governo della Repubblica di Croazia nella ricorrenza della Giornata mondiale dei diritti umani (10 dicembre) e del 75º anniversario dell’approvazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Alen Tahiri, direttore dell’Ufficio governativo, nel porgere il benvenuto ai partecipanti all’incontro, ha affermato che la Croazia ha compiuto passi avanti nell’affermazione dei diritti dell’uomo. “In particolare negli ultimi dieci anni e dall’insediamento degli esecutivi guidati dal premier Andrej Plenkovi?”, ha rilevato Tahiri, che ha parlato anche degli sforzi che vanno profusi nella sensibilizzazione della popolazione sull’importanza dell’integrazione degli stranieri. “Dobbiamo far capire alla gente che si tratta di persone che vengono qui mosse da buone intenzioni, con il desiderio di contribuire alla crescita economica e all’arricchimento della nostra società”, ha osservato il direttore dell’Ufficio governativo. Ha sollecitato, inoltre, a perseverare nella lotta contro i traffici di esseri umani, contro i crimini istigati dall’odio e contro il linguaggio dell’odio, con un’attenzione particolare alle reti sociali e alla sensibilizzazione delle giovani generazioni.
Il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana al Parlamento croato, Furio Radin, intervenendo all’incontro, ha rilevato che dall’approvazione della Dichiarazione non è trascorso neppure un giorno senza che nel mondo non si sia combattuta qualche guerra. “Tenuto conto di questo fatto come possiamo parlare di grandi passi avanti nella sfera dei diritti dell’uomo?”, si è interrogato Radin. “In Croazia – ha proseguito – negli ultimi 30 anni sono stati compiuti passi avanti, più a livello normativo che nella prassi, sebbene bisogna ammettere che abbiamo testimoniato anche a miglioramenti concreti”. “È necessario fare di più nell’attuazione delle decisioni prese al Sabor”, ha puntualizzato il deputato della CNI, sottolineando che “la democrazia, lo sviluppo sostenibile e le battaglie ecologiche sono parole al vento se non si curano i diritti umani”. “Le guerre e le crisi in Europa e nel Medio Oriente rappresentano le sfide più grandi del nostro presente in quanto hanno una dimensione globale. Viviamo in un periodo che per certi versi ricorda quello che avvenne nel 1939, senza dimenticarci che all’epoca la bomba atomica e le armi di distruzione di massa non erano ancora state inventate e possiamo farci un’idea di ciò che potrebbe avvenire se non c’impegneremo a essere persone e a far prevalere l’animo umano che c’è in noi”, ha concluso Furio Radin.
Il deputato Milorad Pupovac (SDSS), presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali, dal canto suo, ha constatato che il semplice fatto che si celebri l’anniversario dell’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani testimonia che nella società esiste la consapevolezza dell’importanza dei diritti sanciti dalla medesima. [kb]
Fonte: La Voce del Popolo – 12/12/2023