A distanza di un decennio dall’apertura dei capitoli negoziali su giustizia e stato di diritto, il Montenegro ha ottenuto ancora una volta una valutazione desolante sul fronte della lotta alla corruzione, che resta una delle maggiori sfide nel percorso di adesione all’UE.
Anche quest’anno nel rapporto si evidenzia che la corruzione, compresa quella ad alto livello, è onnipresente in tutti gli ambiti, anche nelle istituzioni dello stato. Si sottolinea poi che il Montenegro non ha compiuto significativi passi in avanti nel miglioramento del quadro legislativo sulla lotta alla corruzione in modo da adeguarlo agli standard dell’UE.
MANS ha continuamente cercato di richiamare l’attenzione su questo problema, mettendo in guardia sul fatto che, dal cambio di potere nel 2020, né il parlamento né il governo sono riusciti ad approvare modifiche sostanziali nell’ambito della riforma delle normative anticorruzione. Anche nel rapporto della Commissione europea si constata che occorre lavorare ulteriormente ad alcuni provvedimenti, tra cui la legge sulla lotta alla corruzione, la legge sul finanziamento dei partiti politici, la legge sulla confisca dei beni acquisiti in modo illecito e la legge sul libero accesso alle informazioni. Si sottolinea anche la necessità di adottare un’ampia strategia contro la corruzione.
Il totale predominio degli interessi dei partiti sul processo di integrazione europea del Montenegro emerge non solo dalle critiche espresse dalla Commissione europea riguardo alla mancanza di una vera riforma della giustizia, ma anche dall’ostinazione del governo e del parlamento montenegrino nell’adottare leggi e misure contrarie alle raccomandazioni dell’Unione europea e della Commissione di Venezia.
Un’analisi di tale prassi ha dimostrato che nella maggior parte dei casi si è trattato di provvedimenti incostituzionali, che però si sono rivelati essere in perfetta sintonia con gli interessi perseguiti dai partiti politici.
Per quanto riguarda le istituzioni preposte alla lotta alla corruzione, sono state reiterate le obiezioni sull’operato della magistratura, che resta paralizzata da numerosi problemi che ne mettono in discussione la credibilità e la professionalità.
La Commissione europea si è nuovamente soffermata anche sul lavoro dell’Agenzia per la lotta alla corruzione, constatando solo il cosiddetto “progresso quantitativo”. Al contempo però, la Commissione ha rilanciato le raccomandazioni avanzate in precedenza, invitando l’Agenzia a rendere il proprio operato più imparziale, indipendente, proattivo e responsabile. Si sottolinea anche la necessità di compiere ulteriori sforzi per quanto riguarda l’oggettività e la qualità del processo decisionale dell’Agenzia.
Nel rapporto di quest’anno, la Commissione europea ha elogiato gli sforzi compiuti dalla procura speciale nella lotta alla criminalità organizzata, sottolineando però che ad oggi solo pochi procedimenti penali sono stati portati a termine, ossia che mancano le sentenze definitive nei casi di contrabbando di sigarette, riciclaggio di denaro, traffico di essere umani e crimini informatici.
Nello specifico, per quanto riguarda il contrabbando di sigarette, la Commissione europea ha ampiamente smentito le affermazioni rilasciate dal premier e dal ministro dell’Interno montenegrino. “Le sfide legate al contrabbando di sigarette attraverso il porto di Bar sono state affrontate solo parzialmente, pertanto servono un monitoraggio più accurato e ulteriori sforzi nella lotta al contrabbando”, si constata nel rapporto della Commissione.
Date queste premesse, la Commissione ha invitato il Montenegro a impegnarsi maggiormente nel rafforzare tutte le istituzioni coinvolte nel contrasto del contrabbando di sigarette, ma anche a intensificare le attività dell’intero apparato giudiziario in modo da sconfiggere le reti criminali e ottenere maggiori risultati per quanto riguarda le sentenze definitive e la confisca dei beni acquisiti con attività criminali.
L’ultimo rapporto della Commissione europea mette in evidenza le aspettative riguardanti il percorso europeo del Montenegro in modo molto più chiaro rispetto agli anni scorsi, utilizzando un lessico molto più esplicito.
Come tale, questo documento, se dovesse essere preso sul serio, potrebbe rappresentare un’ottima tabella di marcia per il nuovo governo e il nuovo parlamento, ma anche il primo banco di prova della volontà politica di sottomettere gli interessi dei partiti all’indiscutibile interesse dei cittadini del Montenegro a diventare finalmente parte della famiglia europea.
(Originariamente pubblicato da MANS, il 9 novembre 2023)
Fonte: Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa – 14/11/2023