L’Università di Padova e l’italianità adriatica

L’Adriatico orientale è storia, esodo, personaggi illustri, genio, economia e tanti racconti legati al mare. Quando tutto ciò s’interseca in un unico consesso, si comprende la ricchezza di una realtà che si è sviluppata nel corso dei secoli e la cui eco giunge fino ai giorni nostri. Come? Anche con un convegno come quello organizzato sabato 23 settembre 2023 a Padova all’Università degli Studi, a cura del medico di fama internazionale, nato a Fiume, Leontino Battistin, che ha accolto e valutato la proposta dell’AFIM raccogliendo poi attorno a se collaboratori, colleghi e nuovi amici per descrivere insieme una ricca geografia di rapporti nell’Alto Adriatico e sponda orientale. Titolo del convegno “Genti di Istria, Fiume e Dalmazia all’Università di Padova” che trae a sua volta ispirazione dal volume di Luciana Sitran Rea e Giuliano Piccoli “Studenti istriani e fiumani all’Università di Padova dal 1601 al 1974” un lunghissimo elenco di nomi noti o coperti dall’oblìo ma determinanti nello sviluppo di questa parte d’Europa. Un volume di ben settecento pagine dei lumi di casa nostra. Tra gli studenti? Da Santorio Santorio a Tommaseo, tanto per citare qualche nome.

Il tutto in una sala che nonostante la notevole capienza non è riuscita a contenere tutto il pubblico intervenuto: più di duecento prenotazioni per 130 posti a sedere. In concomitanza del convegno due incontri importanti hanno portato a Padova gente proveniente da tutta Italia e resto del mondo per partecipare all’incontro dei Fiumani a Montegrotto e al Raduno dei Dalmati nella città patavina. Appuntamenti paralleli ma programmati con alcuni punti di contatto: il convegno appunto e il pranzo conviviale della domenica. Presente agli incontri Maurizio Tremul presidente UI che nel suo saluto ha citato la lunga collaborazione con FederEsuli nel desiderio di costruire un futuro di pace lungo i percorsi testimonianza delle uccisioni dei totalitarismi.

Nell’Aula Ippolito Nievo di Palazzo del Bo, si è parlato di storia con gli interventi di Giovanni Silvano che ha ripercorso le vicende delle due sponde dell’Adriatico nell’arco dei secoli non risparmiando una dura critica agli autori di importanti atlanti storici che si sono dimenticati di riportare la vicenda dell’Adriatico orientale come se fosse una realtà non pervenuta. “Un silenzio assordante” l’ha definita. Per secoli si avverte una specie di fissità degli equilibri finché i nazionalismi ottocenteschi svilupperanno le grandi contraddizioni alla base delle due guerre mondiali. Determineranno anche esempi di urbicidio come dopo la Seconda guerra mondiale a Fiume, ha sottolineato Franco Papetti, presidente dell’AFIM che si è soffermato sulla sofferenza della città di Fiume, svuotata dei suoi abitanti nel corso e dopo la Seconda guerra mondiale, privata di tutto ciò che la rendeva unica e straordinaria come la cultura della sua gente, un’economia vivace ed il rispetto per le diversità.

Perché questo incontro a Padova nel Veneto? Potrebbe essere la domanda. Papetti ha spiegato che ciò rientra nel progetto già avviato lo scorso anno con l’incontro di studi a Genova per sottolineare il contributo dei Fiumani allo sviluppo della Liguria. E viceversa. La regione Veneto dopo essere stata meta dei migliori cervelli di un vasto territorio, è diventata con l’esodo della popolazione dall’Istria, Fiume, Dalmazia una terra in grado di offrire una nuova opportunità di vita – come ha detto il Vicesindaco di Padova Micalizzi, portando il messaggio del sindaco Giordani – non senza inziali problemi. Oggi è più semplice, anzi naturale ricordare che in effetti queste genti erano legate da lunghi secoli di storia condivisa, improvvisamente la guerra aveva creato delle profonde differenze che andavano colmate con la conoscenza, oggi ne siamo convinti, ma la strada è stata lunga.

“Abbiamo dovuto mettere in ordine i profili identitari ai quali siamo legati” ha detto il Presidente di FederEsuli Giuseppe de Vergottini ricordando che l’iniziativa si svolge nell’ambito degli 800 anni dell’Università di Padova. Nel lungo elenco fornito dalla Sitran Rea anche alcuni de Vergottini, i cui nomi appaiono nelle vicende della Dieta di Nessuno a Parenzo. La piccola e grande storia che si completano come ha rilevato il presidente dei Dalmati, Antonio Concina nel ritrovare nella vasta gamma di stemmi esposti sulle pareti della sala e dell’atrio dell’Università, riferimenti alla Dalmazia ovvero lo sguardo severo di Niccolò Tommaseo nella Università dei Dalmati come lui la chiamava. Non solo Tommaseo ma anche una lunga serie di personaggi come hanno testimoniato Franco Luxardo e Adriana Ivanov dell’associazione dalmata. Dai più antichi ai più recenti, come Paravia e Parma per terminare con il mitico Lucio Toth. Padova e il Veneto come naturale territorio di riferimento delle nostre genti ha detto il presidente dell’ANVGD di Padova Giovanni Battista Zannoni. Il tutto documentato da volumi pubblicati nel corso degli anni che oggi rappresentano un fiore all’occhiello dell’associazionismo giuliano-dalmata.

Dove inizia l’Oriente – si chiede in un suo libro Paolo Rumiz – a significare la complessità del mondo adriatico, come confermato da Filiberto Agostini. Dove si è costruito molto, concettualmente e materialmente, vedi la storia dei cantieri, da Venezia a Lussinpiccolo, raccontati da Paolo R. Cosulich e Antonella Piccini e documentati dai numerosi giornali che ne hanno scritto. Costruendo e demolendo. Il giornalista Gian Antonio Stella ha portato alcuni esempi di articoli che spiegano la storia e di altri che la mistificano assegnando a personaggi di tutto rispetto e chiara fama provenienza e nazionalità fasulle, come se la storia fosse oggi e il passato non meriti il giusto rispetto e considerazione.

Il convegno di studi – come ha ben indicato Battistin – era organizzato da FederEsuli, ANVGD, AFIM e Dalmati in collaborazione con la Fondazione di Storia Onlus di Vicenza, patrocinato da Regione del Veneto, Provincia di Padova, Comune di Padova e Università degli Studi di Padova con il Patrocinio del Presidente della Repubblica.

Rosanna Turcinovich Giuricin
Fonte: La Voce di Fiume – 09-10/2023