Scritto da Franco Angeli Edizioni
martedì 22 maggio 2012
I. Venier, Il riuso delle aree militari dismesse: la questione di Pola. Quale ruolo per forme di pianificazione effimera?, Milano, Franco Angeli, 2012, pp. 208.
La città di Pola, in Istria (Croazia), si sviluppa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento come principale porto militare dell’Impero Asburgico. Un imponente processo di sviluppo trasforma rapidamente una città povera e insalubre in un importante centro economico e militare. Nonostante abbia contribuito fortemente allo sviluppo della città, la funzione militare oggigiorno viene però considerata come un ostacolo al progresso. A partire dagli anni Novanta, infatti, viene avviato un lento processo di smilitarizzazione della città, la quale si trova a dover affrontare una situazione complessa, caratterizzata da un’imponente presenza di aree militari – degradate e abbandonate – che incide inevitabilmente sulle politiche urbane e sulla vita degli abitanti.
La maggior parte delle aree militari dismesse viene quotidianamente utilizzata dalla popolazione in molteplici modi – per soddisfare esigenze di svago, di divertimento o di lavoro – diventando sentito oggetto di riappropriazione e di interesse per molti. Le pratiche d’uso diventano espressione di una capacità insita nella popolazione di far fronte da sé ai problemi e possono fornire suggerimenti importanti per un possibile riorientamento dell’agire. Insieme alle attività delle associazioni locali, emerse per proporre un dibattito sul futuro della città, le pratiche della popolazione mettono in discussione le attività di pianificazione convenzionale, facendo emergere un tipo di pianificazione che si potrebbe definire effimero.
Si tratta di un tipo di pianificazione caratterizzato da una temporaneità degli usi, che non è fatto per durare nel tempo, ma che nasce per affrontare determinate questioni nell’immediato, per cogliere le occasioni che di volta in volta si presentano. A partire dal caso studio del processo di smilitarizzazione di Pola e dalle pratiche della popolazione e delle associazioni locali, questo testo tenta di esplorare la possibilità che le forme di pianificazione effimera, la complessità, l’improvvisazione e la sperimentazione entrino a far parte del contesto di piano.
Ivana Venier è dottoranda in Pianificazione Territoriale e Politiche Pubbliche del Territorio presso l’Università IUAV di Venezia. Si interessa a questioni legate alle trasformazioni urbane, allo sviluppo locale, all’apprendimento istituzionale e collettivo, e alle politiche pubbliche territoriali.