Scritto da Oltre edizioni, 01/02/12
mercoledì 01 febbraio 2012
G. F. Siboni, Il confine orientale. Da Campoformio all’approdo europeo, Sestri Levante, Oltre edizioni, 2012, pp. 132, € 18,00.
Il confine orientale può essere considerato come uno spazio in cui per secoli si sono intrecciate e sovrapposte molteplici frontiere, di natura politica, culturale, religiosa e infine nazionale. Un luogo non solo fisico, in quanto parte dell’Adriatico e in sostanza limine fra la penisola italiana e quella balcanica, ma anche cesura tra l’Europa occidentale e quella orientale in senso generico. Proprio in quanto superficie di rottura, il confine orientale rimane certamente un nodo caratteristico nella storia d’Italia. Collocato geograficamente dalle sponde del fiume Isonzo alla displuviale alpina orientale, racchiude il Carso (triestino e goriziano) e la penisola istriana sino a Fiume e al litorale dalmata con i suoi arcipelaghi di isole fino a Cattaro. In esatta sintonia con i numerosi contrasti confinari avvenuti in Europa fra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX, la storia del confine orientale italiano perdura come tentativo emblematico di fissare all’interno di una regione multiforme ed eterogenea per vicende e popoli una frontiera egemonica. Limite mutevole perché sempre fissato su termini ideologici e proprio per questo di perpetua ardua demarcazione.
Nel più generale panorama storiografico sulla questione, il volume intende porsi quale strumento accessibile anche a un pubblico non specialistico interessato alle tematiche istriano-dalmate. Dalla pace di Campoformio ai fermenti irredentisti di fine Ottocento, dalle rivendicazioni seguite alla Grande guerra sino alla politica fascista e all’esodo giuliano, il saggio approfondisce lo scenario diplomatico internazionale con le sue implicazioni – prima e dopo – la Seconda guerra mondiale per seguire (grazie a una ricca messe di riferimenti bibliografici italiani e stranieri) l’evolversi delle contese per la definizione confinaria. L’autore considera i molti aspetti endogeni ed esogeni in costante azione nell’area considerata, giungendo all’epoca più recente, dopo la crisi della Jugoslavia, ed esaminando i rapporti con l’Unione europea, la cooperazione interstatale e la politica culturale in atto fra Italia, Slovenia e Croazia.
L’Autore. Giorgio Federico Siboni (1979). Laureato cum laude in Storia dell’Età dell’illuminismo (2003), European Master’s Degree e Título de Estudios Avanzados in Storia delle istituzioni giuridiche e politiche (2004), dottore di ricerca in Società europea (2009), è archivista-paleografo diplomato (2009). Collabora con l’Università degli Studi di Milano (Cattedra di Archivistica). Senior editor del trimestrale «Coordinamento Adriatico», consigliere internazionale del periodico «Nueva Ilustración», è estensore della rivista «Società e Storia». Vicepresidente dell’Associazione Magna Carta Verona – Scipione Maffei, coordinatore di LiMes Club Verona (area storica), è socio ordinario della Società storica lombarda. Ricopre il ruolo di commissario scientifico per il progetto nazionale Genesi e mutamenti delle strutture del potere territoriale in Adriatico e di delegato presso il MIUR-Gruppo di lavoro sulla storia degli esuli giuliano-dalmati. Autore di due monografie, ha pubblicato saggi e approfondimenti in Italia e all’estero. Le sue ricerche vertono in prevalenza sul XVIII secolo e sull’Età rivoluzionaria e napoleonica.
Giorgio Federico Siboni presenterà il volume il giorno 03 febbraio a Monza nel corso di un ciclo di lezioni agli studenti del Collegio Villoresi San Giuseppe e quindi presso la Biblioteca Comunale di Lissone (ore 21.00) nell’ambito della Conferenza dedicata al Giorno del Ricordo e promossa da ANVGD. Comitato Monza-Brianza e Comune di Lissone. Lo stesso ANVGD. Comitato Monza-Brianza e il Comune di Monza, ospiteranno la presentazione del volume Il confine orientale. Da Campoformio all’approdo europeo, il giorno 04 febbraio (ore 17.30) a Monza presso la Sala Maddalena. Sarà presente l’Autore.