Raccontare il tempo dei confini

Scritto da Rosanna Turcinovich Giuricin, «La Voce del Popolo», 15/10/11

TRIESTE – I confini “mobili” che hanno segnato, diviso e sconvolto, con i loro repentini e minacciosi spostamenti, i delicati equilibri etnici, politici e culturali delle nostre terre costituiscono la “mappa” dei grandi rivolgimenti politici e dei processi storici avvenuti nell’Adriatico orientale. Non sono che la traccia – stampata sul nostro suolo come una sottile tela di ragno – delle trasformazioni sociali ed economiche e dei cambiamenti geo-politici sostanziatisi, nel tempo, in questa parte d’Europa. L’intrecciarsi delle loro linee, lo spiegarsi – spesso disumano e violento – dei loro assurdi reticoli è l’effetto locale di grandi processi globali che, negli ultimi secoli, hanno coinvolto milioni di persone. Proprio per cercare di mettere in relazione il quadro regionale, ovvero le trasformazioni subite dalle frontiere statali in quest’area, con i più ampi fenomeni europei che li hanno condizionati, l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia con sede a Trieste ha voluto pubblicare due nuovi interessanti volumi sull’argomento.

«LEGGERE» LE TRASFORMAZIONI
Si tratta de “Il tempo dei confini” di Franco Cecotti (con la collaborazione di Dragan Umek), un atlante storico dell’Adriatico orientale nel contesto europeo e mediterraneo dal 1748 al 2008, e dell’antologia sulla questione adriatica fra Ottocento e Novecento “Un’epoca senza rispetto”, a cura di Fulvio Pappucia. Le opere – degli utilissimi strumenti per “leggere” le profonde trasformazioni avvenute nell’area alto-adriatica con l’avvento degli Stati-nazione – sono state presentate alla Biblioteca Statale di Trieste dallo storico Giancarlo Bertuzzi, presidente dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, dal geografo Dragan Umek e dai due autori.

CAPIRE IL PARADIGMA
“Il progetto dei volumi – ha spiegato Franco Cecotti – tende ad un obiettivo preciso: assolvere ad una funzione didattica, di presentare cioè in modo organico, chiaro e ordinato le variazioni dei confini per facilitare la comprensione della storia politica, diplomatica, sociale e culturale di un territorio complesso come l’Alto Adriatico, dove nel Ventesimo secolo si sono alternate almeno sei formazioni statali e un numero ancora maggiore di regimi politici”. “Ma lo scopo fondamentale – hanno spiegato gli autori – è quello di offrire dei contributi per riflettere sul paradigma dei confini, sulla loro intrinseca mutevolezza e transitorietà”.

LA STORIA DEGLI STATI NAZIONALI
Analizzare i mutamenti delle frontiere significa affrontare la storia degli Stati nazionali, delle identità e delle culture politiche che hanno accompagnato la storia europea e mondiale degli ultimi secoli. Ma anche capire quanto sia effimera, per quanto concreta e a tratti dolorosa, la loro presenza. Di particolare valore scientifico, culturale e didattico l’antologia sulla questione adriatica di Fulvio Pappucia “Un’epoca senza rispetto”, che offre uno straordinario insieme di testi, letture, analisi, riferimenti storiografici e bibliografici per comprendere meglio l’epoca dei nazionalismi e dei conflitti nazionali, degli esclusivismi etnici ed ideologici, dei totalitarismi, dell’ascesa e della parabola degli Stati-nazione.

ASSENZA DI «RISPETTO»
Un periodo in cui sono stati conculcati – questa l’assenza di “rispetto” – i valori fondamentali di uguaglianza, di tolleranza e dignità e soffocati diritti civili e umani di intere comunità. L’apparato critico dell’antologia, un vero e proprio “percorso analitico di lettura”, si snoda attraverso la presentazione dei testi e delle tesi interpretative di tre autori locali: i triestini Ruggero Timeus e Angelo Vivante, e il goriziano Henrik Tuma. Ne seguono utili spunti di dibattito e chiavi di lettura sui meccanismi che hanno reso possibile il deflagrare dei conflitti e delle contrapposizioni nazionali, con degli approfondimenti sull’irredentismo democratico di matrice mazziniana, la rappresentazione dei “diversi” negli scritti di Slataper, e un’attenta analisi sulla crisi delle gerarchie tradizionali, sull’emancipazione dei gruppi sociali e nazionali e sui concetti di “nazione” tra l’Ottocento e il primo Novecento.

UNA GUIDA PER LE SCUOLE
I due volumi, che costituiscono la continuazione ideale de “Il confine mobile”, primo importante atlante storico geografico sulle trasformazioni e gli spostamenti delle frontiere in quest’area voluto dall’IRSML di Trieste, ora si propongono a un pubblico che – si spera – possa andare ben oltre la schiera di studiosi e appassionati per coinvolgere, soprattutto, i giovani e le scuole. Con l’obiettivo di offrire loro una “guida” per la comprensione del passato, una piccola “bussola” per orientarsi nell’affollato mare di domande e di risposte del nostro presente.