Rifinanziate per un triennio le Leggi 72 e 73

La Commissione Bilancio del Senato approva l’emendamento che assicura per il triennio 2022/24 i fondi alle Associazioni degli esuli ed alla CNI. Tremul: «Il risultato non era scontato. Per ottenerlo abbiamo agito d’intesa con la FederEsuli. Ci sarà da fare un lavoro molto responsabile»

Mantenimento dello status quo: è questo il risultato delle votazioni, in Commissione Bilancio del Senato, degli emendamenti presentati al Disegno di Legge S. 2448 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024” per quanto concerne il rifinanziamento triennale della Legge 73/01 recante interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia, in Croazia e in Montenegro e della Legge 72/01 recante interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

Tre milioni all’anno

L’emendamento accolto in sede di Commissione Bilancio di Palazzo Madama sancisce il rifinanziamento degli stanziamenti per la Comunità Nazionale Italiana in Croazia, Slovenia e Montenegro, per un importo di 3 milioni di euro annuali per il triennio 2022-2024 (Legge 73/01), mentre per quanto riguarda il sostegno finanziario alle associazioni degli esuli (Legge 72/01) sono assicurati 2,3 milioni di euro per il 2022 e 2 milioni di euro, annuali, per il biennio 2023/24. Contestualmente viene incrementata di un milione di euro annui per il triennio 2022/24 l’autorizzazione di spesa di cui alla legge 960/82, che attua gli Accordi di Osimo. Si tratta dei finanziamenti che assicurano la realizzazione del Piano permanente di collaborazione Università Popolare di Trieste-Unione Italiana, ovvero lo stanziamento per gli interventi per attività culturali e iniziative per la conservazione di testimonianze italiane, che “riveste un forte rilievo rispettivamente per le associazioni degli esuli e per la minoranza autoctona italiana in Slovenia, Croazia e Montenegro”.

Tetti di spesa

Stando alla relazione tecnica allegata alla norma “i rifinanziamenti sono espressamente indicati come tetti di spesa e non sono pertanto suscettibili di generare per la finanza pubblica oneri maggiori rispetto a quelli espressamente determinati dalla norma autorizzativa”. Inoltre, sempre stando al documento, “alla copertura si provvede mediante corrispondente riduzione dell’accantonamento di parte corrente di cui alla Tabella A voce ‘Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale’, che presenta le necessarie disponibilità, in considerazione del fatto che le autorizzazioni di spesa di cui dispone il rifinanziamento sono attuative del complessi di impegni internazionali”.

Le proposte dei parlamentari

Ad ottenere “disco verde” dalla Commissione, che ha concluso l’esame in sede referente e trasmesso il documento all’esame in Aula, è la versione riformulata degli emendamenti 124.0.6. e 124.0.7. presentati rispettivamente dal Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente – UDC (FIBP-UDC), Enrico Aimi e Maurizio Gasparri e dal Gruppo Lega – Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione (L-SP-PSd’Az), Tony Chike Iwobi, Roberta Ferrero, Antonella Faggi, Elena Testor e Paolo Tosato. Va ricordato che a presentare, entro le scadenze previste, emendamenti tesi ad assicurare il rifinanziamento a beneficio della CNI e degli esuli erano stati anche i parlamentari del Gruppo del Partito democratico (PD), Tatjana Rojc, Alessandro Alfieri, Luigi Zanda e Francesco Giacobbe e del Gruppo Italia Viva – P.S.I. (IV-PSI), Laura Garavini e Donatella Conzatti.

Riduzioni pesanti

“Ringrazio tutte le forze politiche, le senatrici, i senatori che in queste settimane hanno presentato vari emendamenti per ripristinare il livello attuale dei finanziamenti dell’Italia alla CNI e agli esuli e che, assieme a noi e alla FederEsuli, si sono impegnate per il risultato raggiunto nella notte tra lunedì e martedì, in particolare per la sensibilità dimostrata il Pd, Forza Italia, la Lega e il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio”, ha commentato il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. L’iter, va detto, non è stato semplice e non si tratta di un risultato scontato. Nonostante l’inserimento degli emendamenti nel dossier in trattazione a Palazzo Madama, ha spiegato Tremul “le informazioni circolate nel pomeriggio di lunedì lasciavano presagire la possibilità che il rifinanziamento, se accolto, preveda importi fortemente ridotti. Nonostante l’azione capillare svolta nei giorni e nelle settimane scorse d’intesa con la FederEsuli non poteva venire scartata l’ipotesi che prevedeva un taglio superiore al 50 p.c. dei fondi destinati agli esuli e di circa il 75 p.c. di quelli per la CNI. Non solo, la prospettiva si presentava grave anche per quanto riguarda la durata del rifinanziamento.”

Un gioco di squadra

Uno scenario che avrebbe inciso in modo pesante sulle attività della CNI e degli esuli. “Ci siamo attivati immediatamente, io nel mio ruolo di presidente dell’Unione Italiana, ma anche gli altri esponenti e organi dell’UI, ancora una volta d’intesa con la FederEsuli e il suo presidente Prof. De Vergottini sollecitando ancora una volta le forze politiche, i senatori, le senatrici, il MAECI, il Quirinale e altre istanze parlamentari e istituzionali per fare presente il pesante rischio insito nella paventata forte riduzione degli importi, aggravata ulteriormente – ha sottolineato Tremul – dalla prospettiva di un possibile rifinanziamento riferito soltanto al 2022. Questo gioco di squadra ha contribuito a far convergere sull’emendamento FI-Lega che mantiene lo status attuale per i prossimi tre anni. Devo dire che l’approvazione in extremis dell’emendamento non sarebbe stata possibile senza il lavoro inteso svolto dai parlamentari di varie forze politiche e con il concorso del ministro Di Maio. A tutti loro va un ringraziamento per il sostegno assicurato alle nostre istanze. Certo, la situazione di rischio si sarebbe potuta evitare con l’inserimento nel ddl del finanziamento triennale allo stato attuale. Questo tipo di approccio ci avrebbe messo nella posizione di lavorare per ottenere un incremento dei finanziamenti, ad esempio – ha aggiunto Tremul – il milione in più da destinare alla realizzazione di progetti strategici nel settore scuola.”

Minoranza autoctona

Un finanziamento aggiuntivo che in questo ddl non trova spazio, la proposta di rifinanziamento viene però iscritta nei capitoli di bilancio (stato di previsione MAECI) 4547, 4544 e 4545. Un risultato importante a fronte del rischio che si era delineato nelle scorse ore. “La soddisfazione per questo risultato ovviamente c’è – così ancora Maurizio Tremul –, ma ci sarà da fare un percorso molto responsabile affinché un patrimonio di cultura, storia, tradizioni, identità e presenza viva non sia ciclicamente messo a repentaglio. Va tenuto presente che la CNI è l’unica minoranza italiana autoctona e che le iniziative realizzate sul territorio d’insediamento storico mantengono viva l’identità, la lingua e la cultura italiane. Senza dimenticare che la collaborazione della CNI con gli esuli, a tutto vantaggio della valorizzazione del patrimonio giuliano-dalmata, si sta facendo sempre più strategica e organica.”

Fonte: La Voce del Popolo – 22/12/2021


Il Piccolo – 22/12/2021