Scritto da Cristina Favento
Castelli e palazzi sono testimoni eloquenti e silenziosi del passato. Studiarli, visitarli, parlarne significa far riferimento ad una forma di insediamento ricca di interesse e fascino per le implicazioni materiali, politiche e sociali legate alle funzioni svolte. Ma significa anche appropriarsi di un territorio e della sua identità, valorizzarne le potenzialità attrattive e turistiche, facendo leva su un elemento che nell’immaginario collettivo continua immancabilmente a suscitare curiosità e ad evocare grande suggestione. Sono proprio queste le intenzioni dichiarate da Gianni Virgilio nell’introduzione al fresco di stampa Castelli senza confini – Un viaggio tra le opere fortificate del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, da lui curato e pubblicato da Forum, Editrice Universitaria Udinese. Il volume, che si presenta in una veste grafica sobria ed apprezzabile, è strutturato come una sorta di sintetico censimento illustrato. La sezione dedicata alla nostra regione propone 66 tappe organizzate in otto diversi itinerari. I percorsi suggeriti da Ivan Stopar sul territorio sloveno sono invece 13 e prendono in considerazione 70 castelli. Si va da manieri a fortezze, da muraglie ad accampamenti militari, da borghi e torri a edifici religiosi fortificati. Ogni tappa, accompagnata da fotografie o illustrazioni e contrassegnata dalla simbologia castellana che la identifica, è introdotta da una concisa scheda di presentazione con cenni storici, riferimenti architettonici ed eventuali curiosità.
Sfogliando le pagine si ha modo di fantasticare sugli splendori della Stiria slovena attraverso un assaggio dei suoi palazzi più sontuosi o di appassionarsi alle vicende del Conte di Gorizia, di origine bavarese, che nel suo neo-costituito stato alpino aveva inglobato anche parte della Carinzia e del Tirolo, passando per la romantica locazione del castello dei cavalieri di Otocec, costruito su un’isola nel mezzo del fiume Krka. Minimo comun denominatore è la struttura originariamente fortificata degli edifici, che permette di includere negli itinerari anche la cinta muraria di Palmanova, il palazzo Strmol di Rogatec o la alla rocca di Monrupino. Senza pretese di essere esaustiva, la pubblicazione risulta uno strumento elegante e di agevole consultazione. E soprattutto, con vocazione transfrontaliera, ha il pregio di raggruppare per la prima volta, indicizzandole, le strutture fortificate presenti in Friuli, in territorio giuliano e pordenonese assieme a quelle slovene, estremamente interessanti. Ambizione dell’autore è di proseguire il lavoro di ricerca includendo in futuro anche i castelli della Carinzia, del Veneto e della parte dalmata della Croazia. Per esplorare nuovi itinerari «tracciati con l’amore di chi fra le pietre sa leggere la storia e farla apprezzare».
Fonte: «Il Piccolo», 14/08/09.