A settant’anni dagli eccidi, i martiri di Castua avranno degna sepoltura – Un altro successo conseguito da FederEsuli
Una Commissione mista Italo-Croata effettuerà, entro la fine dell’anno, una site survey congiunta presso le località di Castua e di Poloj al fine di verificare le condizioni per organizzare attività di ricerca, individuazione ed esumazione di Caduti italiani tuttora sepolti nelle due località.
Particolare rilevanza, per il mondo dell’Esodo Giuliano-Dalmata, viene attribuita proprio alla site survey che si terrà alla fossa comune di Castua, presso la quale, nel maggio del 1945, il senatore Riccardo Gigante veniva ucciso dalle truppe del Maresciallo Tito – senza essere sottoposto a nessun tipo di processo – per poi esservi scaraventato insieme ad altre vittime innocenti, tra le quali: il giornalista Nicola Marzucco, il maresciallo della Guardia di Finanza Vito Butti e il vice brigadiere dei carabinieri Alberto Diana.
Il conseguimento di questo risultato è stato possibile grazie all’impegno della Società di Studi Fiumani – intrapreso primariamente, fin dal 1992, da Amleto Ballarini e continuato con Marino Micich e Giovanni Stelli (attuali segretario generale e presidente della medesima Società) – che ha permesso l’individuazione del sito, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Difesa-Onorcaduti, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Governo della Repubblica di Croazia.
La possibilità di onorare in maniera degna i luoghi dove hanno trovato la morte tanti martiri italiani in Istria, Fiume e Dalmazia è uno dei punti all’ordine del giorno del Tavolo di coordinamento Governo – Associazioni degli Esuli. Tale diritto, negato per tanti anni, oggi, attraverso la paziente e costante opera di mediazione della FederEsuli, inizia ad essere adeguatamente riconosciuto.
Il rispetto di un simile punto è segno di una civiltà che osserva diritti elementari. Eppure, tale rispetto non è automatico, ma richiede costanza nell’azione svolta, visione prospettica ed affermazione di un’etica positiva che agisca come lievito nella nostra società.
Il risultato ottenuto è stato possibile grazie al lavoro svolto da FederEsuli che ha portato tale questione all’evidenza del Tavolo di coordinamento riunitosi nel marzo scorso a Palazzo Chigi alla presenza dell’on. Sottosegretario Maria Elena Boschi.
La FederEsuli continua la sua opera: ha riattivato, pochi giorni or sono, la questione sui Beni Abbandonati con l’on. Sottosegretario Enrico Morando del Ministero dell’Economia e delle Finanze; ha riavviato il Gruppo di lavoro presso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca riguardo ai seminari sulla storia dell’Adriatico orientale per docenti, unitamente ai concorsi per gli studenti.
La FederEsuli è convinta che l’impegno nella testimonianza di un’identità sui generis, com’è quella del popolo dell’Esodo Giuliano-Dalmata, sia in grado di costruire una società civile nella quale la violenza sia per sempre bandita e dove la riaffermazione delle proprie radici storiche e culturali possa essere realizzata sia nella Terra di origine, sia nella propria Patria.
FederEsuli, Roma, 14 novembre 2017