Cisint: “momenti necessari per far comprendere ai giovani l’identità”.
Settant’anni fa Monfalcone ritornava all’Italia. Un anniversario che non è passato inosservato agli occhi dell’amministrazione comunale monfalconese, che ha deciso di celebrarlo con una cerimonia pubblica ieri. Nella centralissima Piazza della Repubblica si sono riunite autorità civili, militari e religiose per l’alzabandiera, eseguito in contemporanea dal pennone in piazza che da quello sulla rocca. A presenziare la fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli e il picchetto militare, oltre che tutte le associazioni d’arma. Tante le scolaresche presenti, che sventolando i palloncini bianchi, rossi e verdi hanno partecipato a loro modo all’evento, intrattenendosi anche dopo con il sindaco Cisint con la quale hanno intonato il tipico canto ‘Viva la Roca’. “Fu una pagina di storia fondamentale per il destino della nostra città” ha sottolineato nel discorso il primo cittadino Anna Maria Cisint. “Terminava la presenza delle truppe Alleate e veniva a concludersi uno dei periodi storici più difficili per le nostre popolazioni. Per questo ricordare questo anniversario è così importante. Fare memoria dei sentimenti nazionali e delle aspirazioni di quel tempo serve a trasmettere il senso di identità della nostra comunità e a darci l’orgoglio della nostra appartenenza”, ha rimarcato, “ricordando che se le vicende storiche fossero andate diversamente anche il nostro futuro sarebbe stato diverso e probabilmente più incerto e oscuro. Ce lo rammentano i tanti esuli istriani italiani che dopo il trattato di pace di Parigi scelsero la nostra città come loro nuova patria”. “Possiamo ora trarre, in modo sereno e oggettivo, dalle radici del nostro passato gli insegnamenti necessari a riconoscere le ragioni e i valori su cui si è ricostruito il nostro Paese. Tuttavia, affinché lo scorrere del tempo non cancelli questa memoria, abbiamo il dovere di trasmettere anche alle giovani generazioni il senso e i sentimenti che si collegano a fatti storici così importanti come quelli di settant’anni fa che determinarono la nostra coscienza nazionale italiana. E’ questo il compito più difficile, ma è soprattutto questo che dà significato al ritrovarsi in cerimonie come queste”. “La memoria storica” ha concluso Cisint “è uno dei collanti identitari della nostra comunità e come tale abbiamo il dovere di salvaguardarla”.
Il Friuli, 20 settembre 2017