Dialetti, nel film di Martinelli sottotitoli anche in sloveno e tedesco

Scritto da «Il Piccolo», 20/08/09

Sottotitoli in friulano? «Se deve essere una promozione della cultura regionale allora che siano disponibili anche in sloveno e tedesco». Il progetto del presidente del consiglio regionale, Edouard Ballaman, di sottotitolare in friulano le produzioni cinematografiche girate in Friuli Venezia Giulia – a partire dal prossimo film di Renzo Martinelli su Padre Marco D’Aviano – incassa i primi consensi. Condizionati però a due requisiti: non dovrà comportare aggravio di risorse per l’ente pubblico e non dovrà essere limitato al friulano.

Dal fronte triestino si richiede attenzione anche per le altre lingue minoritarie. «Se deve essere un’operazione di valorizzazione della nostra cultura e delle nostre lingue minoritarie – analizza il presidente della commissione cultura, Piero Camber – allora dovremmo introdurre la sottotitolazione anche in sloveno e tedesco. Diversamente rischiamo anche di creare un falso storico. Padre Marco d’Aviano non parlava friulano, se dovessimo utilizzare una lingua che ricrea il contesto dell’epoca dovremmo probabilmente sottotitolare in veneto». È preferibile un’estensione alle altre lingue anche secondo il capogruppo dell’Udc, Edoardo Sasco. «Non vedo negativamente una larga diffusione della nostra identità culturale – dice -, ma proprio per questo non ha senso una sottotitolazione solo in friulano, bisognerebbe estenderla quanto meno alle altre lingue minoritarie. Un elemento da tenere in considerazione poi è l’utilizzo libero dei sottotitoli. Va bene per i dvd perchè è lo spettatore che sceglie se utilizzarli o meno, l’importante è che non siano un’imposizione». Per il capogruppo del Pdl, Daniele Galasso «il tema della tutela delle minoranze linguistiche è importante purchè sia collocato al proprio posto rispetto all’attuale congiuntura. Oggi abbiamo altre emergenze – ricorda – per cui non ho contrarietà se va ad incidere su risorse già allocate. Altra cosa sarebbe la destinazione di fondi ad hoc».

Per Franco Baritussio, particolarmente attento al rispetto e all’utilizzo delle lingue minoritarie «se non c’è un problema di oneri aggiuntivi non vedo lo scandalo di un primo esperimento di questo tipo. È ovvio che a seguito di questa esperienza pilota emergeranno le rivendicazioni di altre lingue e dei dialetti che cercano un riconoscimento legittimo». Resta una perplessità «di natura tecnica – precisa Baritussio – e non politica, che mi sorge dopo aver visto l’esperimento contrario: un film, come “Maria Zef” di Cottafavi, in friulano con i sottotitoli in italiano. È più facile capire una lingua come il friulano sentendola parlare piuttosto che leggendola. Non vorrei che l’intento positivo di questa proposta venisse vanificato dalla difficoltà oggettiva che uno spettatore ha nel seguire la sottotitolazione». Il progetto di Ballaman non trova sponda, invece, nel centro sinistra. «Mi pare un’idea bislacca – censura Piero Colussi (Idv – Cittadini), grande esperto di cinema – Si dovrebbe caso mai fare il contrario, come fece Olmi con “L’albero degli zoccoli”». Commenta con una battuta Franco Codega del Pd: «Tanto vale adottare sottotitoli anche in bisiacco e triestino. Le lingue minoritarie hanno senso nel momento in cui sono vissute come lingue vive da chi le parla».