In libreria la Storia di Zara di Lucio Toth: la sinossi

Risultato di un anno di lavoro, è in esposizione al Salone del Libro di Torino anche la Storia di Zara, di Lucio Toth, edita a Pordenone per le Edizioni dell’Immagine all’interno di una Collana dedicata alle città italiane del Nord-Est e dell’Adriatico orientale. Con piacere pubblichiamo la sinossi del volume.

 

Storia di Zara

PRESENTAZIONE

Può sembrare strano che una città così piccola (20.000 abitanti nel 1914; 22.000 nel 1940; poco più di 70.000 oggi) meriti l’attenzione degli storici e ancora meno dei “media” di oggi. Eppure ogni tanto il nome di Zara riappare nei giornali e la sua storia è oggetto di studi e di ricerche nelle università, non solo italiane o croate.

Parlando della Dalmazia, si deve ricordare per forza la sua città più antica e contesa, che ne è stata capoluogo, o modesta capitale di un regno mai esistito se non sulla carta. Perché nella realtà storica, dopo Roma e Bisanzio, è stato dominio della Corona d’Ungheria, della Repubblica Veneta, degli imperi napoleonico e austro-ungarico, malgrado la corona regale inalberata sul suo stemma con i tre leopardi in campo azzurro. In origine il campo era rosso. Fu Venezia a volerne cambiare il colore per non confonderlo con la porpora del gonfalone della Serenissima.

Città importante allora se fu tanto contesa nei secoli da potenze continentali e marittime: gli imperi romano e bizantino, quello carolingio, il regno croato e ungherese, gli Angiò di Napoli, gli imperi di Napoleone e degli Asburgo, l’Italia unita e la ex-Iugoslavia. E prima fra tutte la Repubblica di San Marco, che di questa Zara non sapeva fare a meno.

C’è una marea nelle cose umane – per usare le parole di Shakespeare – che ha i suoi flussi misteriosi e gioca con il destino di uomini e comunità. E di questa antica comunità, la liburnica Idassa, la romana Iadera, la bizantina Diadora, l’italiana e veneta Zara, la croata Zadar, mi è stato chiesto di narrare tremila anni di storia.

Pur essendo un puntino nelle carte geografiche dell’Europa e del Mediterraneo per lì sono passati naviganti e pirati, monaci e mercanti, pellegrini e guerrieri, interi eserciti e armate di mare. Naturale che i suoi abitanti si facessero disincantati, per le tante cose viste e vissute, decisi a non farsi sopraffare, orgogliosi delle sofferenze patite e affrontate a testa alta.

Un piccolo porto lungo una costa accidentata, cinta da montagne di dura pietra, è diventato per forza di cose luogo di incontro, e di scontro soprattutto, tra culture e mondi a volte conciliabili, più spesso fra loro incompatibili. Ne venne un carattere duro della sua gente, assuefatto ai sacrifici, pronto ad affrontarli con coraggio, stemperato nell’ironia e in una spensierata voglia di vivere al meglio della bellezza selvatica che quella terra offriva e offre. Saper sorridere sull’orlo dell’abisso, per non intristirsi nel vittimismo e nel piagnisteo. “Sempre alegri. E po’ bon!”

                                                                

Biografia    

Lucio Toth è nato a Zara nel dicembre 1934 da famiglia di tradizioni irredentiste. Ha lasciato la città natale con l’esodo della popolazione italiana alla fine della seconda guerra mondiale. Laureato in giurisprudenza a Bologna è entrato in magistratura nel 1963 e ne ha percorso tutti i gradi. E’ coautore di un commento al codice penale.

Militante fin da ragazzo nelle associazioni cattoliche, diventa presidente del Movimento Cristiano lavoratori (MCL) dal 1981 al 1988. Nel 1987 viene eletto senatore a Napoli. Dal 1992 al 2013 è presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD).

Autore di saggi ed articoli di carattere storico e politico, ha pubblicato di recente due romanzi di ambiente dalmata: La casa di Calle San Zorzi sulle vicende di Zara nel Novecento e Spiridione Lascarich Alfiere della Serenissima sulle guerre turco-venete del Seicento in Dalmazia e in Grecia.