5. L’occupazione jugoslava di Trieste, 1° maggio-11 giugno 1945

Alla fine di aprile le armate tedesche in Italia si sfasciarono, e le forze alleate e partigiane occuparono tutto il territorio.
In Venezia Giulia le forze iugoslave di Tito produssero un grande sforzo per occupare Fiume, l’Istria e Trieste prima degli anglostatunitensi, per rivendicarne poi il possesso con il diritto della forza, senza basi storiche né geografiche né etniche. Il 30 aprile i partigiani italiani avevano occupato i punti nevralgici di Trieste, ma furono disarmati dagli iugoslavi che giunsero il 1° maggio dando inizio ad un feroce regime d’occupazione che durò sino all’11 giugno.
Gli occupanti attuarono provvedimenti che parevano preludere ad un’annessione della città e della regione, ordinando anche il cambio ovunque dei simboli di sovranità.
Il servizio postale venne sospeso, e riprese il 9 maggio. Gli occupanti si interessarono degli aspetti politici del servizio, non di quelli tecnici: tra i primi provvedimenti presi vi fu quello del cambio dei simboli di sovranità anche sugli oggetti postali, cioè gli stemmi reali ed i fasci, che vennero sostituiti con la stella a sei punte iugoslava, apposta a mano con timbri (foto 1).

Foto 1) Un modulo postale che documenta in modo eccezionale i differenti regimi politici della città e della regione. Si tratta di un vaglia di servizio utilizzato a Trieste il 5 giugno 1945: stampato negli anni Trenta, portava al centro lo stemma sabaudo; nel 1943 questo era stato ricoperto dal fascetto della RSI, che a sua volta nel maggio 1945 venne ricoperto dal bollo viola “Trieste-Trst” con la stella jugoslava.

Foto 1) Un modulo postale che documenta in modo eccezionale i differenti regimi politici della città e della regione. Si tratta di un vaglia di servizio utilizzato a Trieste il 5 giugno 1945: stampato negli anni Trenta, portava al centro lo stemma sabaudo; nel 1943 questo era stato ricoperto dal fascetto della RSI, che a sua volta nel maggio 1945 venne ricoperto dal bollo viola “Trieste-Trst” con la stella jugoslava.

Tutte le carte-valori postali italiane allora in circolazione (che erano quelle già della RSI) vennero poste immediatamente fuori corso, ma non furono sostituite da altre, e venne stabilita l’esazione del porto per contanti all’ufficio postale. L’indicazione dell’avvenuto pagamento avvenne perciò con semplici indicazioni manoscritte, con l’importo e la firma dell’impiegato ricevente (foto 2, 3, 4).

Foto 2) 16 maggio 1945. Cartolina raccomandata da Trieste per Fiume del 16 maggio 1945: la tassa postale di 2 lire è stato pagata per contanti, come da indicazione manoscritta

Foto 2) 16 maggio 1945. Cartolina raccomandata da Trieste per Fiume del 16 maggio 1945: la tassa postale di 2 lire è stato pagata per contanti, come da indicazione manoscritta

Foto 3) 8 giugno 1945. Raccomandata da Trieste per città dell’8 giugno 1945, con indicazione manoscritta dell’importo pagato e firma dell’impiegato che ha ricevuto la somma.

Foto 3) 8 giugno 1945. Raccomandata da Trieste per città dell’8 giugno 1945, con indicazione manoscritta dell’importo pagato e firma dell’impiegato che ha ricevuto la somma.

Foto 4) All’ufficio di Trieste 6, in via Vasari, fu in uso anche un curioso sistema personale, ovvero un timbrino in gomma con cognome e nome dell’impiegata: “Russo Elvi” (cioè Elvira Russo) che essa si fece, di propria iniziativa, per evitare di dover riscrivere sempre il proprio nome, come si vede in questo avviso di ricevimento del 25 maggio 1945, dove l’importo 1- è scritto a matita.

Foto 4) All’ufficio di Trieste 6, in via Vasari, fu in uso anche un curioso sistema personale, ovvero un timbrino in gomma con cognome e nome dell’impiegata: “Russo Elvi” (cioè Elvira Russo) che essa si fece, di propria iniziativa, per evitare di dover riscrivere sempre il proprio nome, come si vede in questo avviso di ricevimento del 25 maggio 1945, dove l’importo 1- è scritto a matita.

Non era ammesso, come s’è visto, l’uso di nessun francobollo e perciò il loro sporadico uso è da ritenersi eccezionale (foto 5).

Foto 5) Cartolina da Trieste per città del 14 maggio 1945: l’uso di francobolli in questo periodo d’occupazione jugoslava è eccezionale.

Foto 5) Cartolina da Trieste per città del 14 maggio 1945: l’uso di francobolli in questo periodo d’occupazione jugoslava è eccezionale.

Il 22 maggio le autorità iugoslave decisero di sovrastampare i francobolli già della RSI con scritte che indicassero la loro occupazione: questi però comparvero proprio il 12 giugno, cioè il giorno del cambio fra le diverse forze d’occupazione, e se ne parlerà nel prossimo capitolo.
Il problema dei francobolli o comunque del pagamento per contanti non toccava i militari occupanti, perché questi godevano della franchigia postale (foto 6).

Foto 6) 26 maggio 1945. Cartolina da Trieste spedita in franchigia a Segna da un militare del IX Corpus d’occupazione: vedi il bollo con la stella.

Foto 6) 26 maggio 1945. Cartolina da Trieste spedita in franchigia a Segna da un militare del IX Corpus d’occupazione: vedi il bollo con la stella.

La loro occupazione non era limitata a Trieste, ma estesa a tutta la regione sino all’Isonzo; vigevano naturalmente le stesse regole postali (foto 7, 8).

 Foto 7) Plico raccomandato spedito da Gorizia il 30 maggio 1945 con pagamento del porto in contanti.


Foto 7) Plico raccomandato spedito da Gorizia il 30 maggio 1945 con pagamento del porto in contanti.

Foto 8) Cartolina dell’11 maggio 1945 dalla provincia di Trieste, Monfalcone, spedita da un militare della brigata dalmata, diretta a Spalato, con bollo di franchigia e scritta a mano “Cenzurirano”, che attesta l’avvenuta censura.

Foto 8) Cartolina dell’11 maggio 1945 dalla provincia di Trieste, Monfalcone, spedita da un militare della brigata dalmata, diretta a Spalato, con bollo di franchigia e scritta a mano “Cenzurirano”, che attesta l’avvenuta censura.

Il 9 giugno a Belgrado il maresciallo alleato Alexander e Tito firmarono un accordo (poi ratificato il 20 giugno nel castello di Duino) che spartì la Venezia Giulia in due zone d’occupazione, una amministrata dal Governo militare alleato, l’altra dall’Armata iugoslava. In forza di questo accordo, che lasciava Trieste nella zona alleata, le truppe iugoslave si ritirarono dalla città il 12 giugno.