Scritto da Messaggero Veneto, 30 maggio 2016
“Il testimone di Pirano”, storia emblematica delle tante fughe di popoli costretti dalla storia ad abbandonare la propria casa, la propria cultura, la propria identità, in una sorta di “odissea” della speranza è il titolo dell’ultimo romanzo della scrittrice indiana, ma che da tempo vive e lavora a Trieste, Laila Wadia. E sarà presentato oggi, alle 17.30, nella sala Degan della biblioteca di Pordenone, nell’incontro promosso dal Circolo della cultura e delle arti in collaborazione con l’Associazione nazionale Friuli Venezia Giulia e Dalmazia (comitato provinciale di Pordenone), il Circolo della stampa e la Carta di Pordenone. La storia si svolge appunto a Pirano, in Istria, prima e dopo la seconda guerra mondiale: un ragazzo cresce e diventa uomo, entra nel corpo dei pompieri e deve confrontarsi con l’occupazione nazifascista, la guerra di liberazione partigiana, la crudeltà dei nuovi padroni, l’esodo e gli orrori della follia umana che tocca con mano calandosi nelle foibe per recuperare i corpi delle vittime. Mario Valente, il protagonista, è uno dei trecentomila italiani, fra istriani e giuliano dalmati che, abbandonate le terre italiane cedute alla Jugoslavia fra il 1947 e il 1954, arrivano a Trieste dove cercano di rifarsi una vita. Gli eccidi nelle foibe evocano i ciechi massacri che in Paesi nemmeno troppo lontani da noi altri poteri sanguinari perpetrano contro persone altrettanto innocenti. L’incontro, arricchito da immagini di Pirano del fotografo Tullio Valente, sarà presentato da Franca Benvenuti e Paola Dalle Molle. Laila Wadia è autrice di romanzi e racconti di successo fra i quali “Amiche per la pelle” da cui nel 2015 è stato tratto il film “Babylon Sisters”, “Come diventare italiani in 24 ore”, “Se tutte le donne”. L’ingresso è libero.