Scritto da Andrea Marsanich, «Il Piccolo», 23/05/14
venerdì 23 maggio 2014
ZAGABRIA – Verdetto assolutorio per mancanza di prove. È l’esito del processo di primo grado, svoltosi al tribunale regionale di Zagabria, nei riguardi del 94.enne Josip Boljkovac, accusato dalla Procura statale di avere ordinato l’arresto e la successiva liquidazione di 21 civili di Duga resa e dintorni (a sud di Zagabria), crimini commessi subito dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale. All’epoca, l’allora 25.enne Boljkovac era il responsabile della sezione di Karlovac dell’ Ozna, il Dipartimento per la sicurezza del popolo, i famigerati servizi segreti militari jugoslavi.
Secondo il presidente della corte, giudice Tomislav Juriša, i crimini furono effettivamente commessi ma «erano il frutto di quel sistema di 70 anni fa e non la conseguenza del comportamento di un singolo». Boljkovac, indebolito dagli anni e da acciacchi vari, non si è presentato a quella che è stata definita la prima sentenza nei riguardi di un delitto partigiano dopo il secondo conflitto mondiale. Anche nell’ultima udienza, quello che fu il primo ministro dell’Interno della Croazia indipendente e sovrana e per un certo tempo stretto collaboratore del presidente croato Franjo Tudjman (deceduto nel 1999), aveva dichiarato di non essere responsabile di quanto gli veniva addebitato. «Non sono colpevole – così Boljkovac – e resto dell’ avviso che il processo nei miei riguardi sia un tentativo per sviare l’ attenzione da quelli che sono i reali problemi della Croazia». Secondo il giudice Juriša, al tempo delle liquidazioni – perpetrate tra il 7 maggio e la metà di giugno del 1945 – Boljkovac si trovava ricoverato in ospedali per problemi di salute e non avrebbe potuto ordinare l’uccisione di 21 civili, tutti accusati di avere collaborato con il regime ustascia di Ante Pavelic, nemico acerrimo dei partigiani di Tito.
L’avvocato di Boljkovac, Anto Nobilo, ha dichiarato che si attendeva una simile sentenza in quanto nessun testimone ha tirato fuori prove che potessero inchiodare il suo assistito. «Voglio ricordare – ha aggiunto il noto avvocato – che si tratta del primo verdetto riguardante un appartenente alle forze antifasciste della seconda guerra mondiale e mi riferisco a tutta l’ Europa». La Procura statale di Zagabria, che ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, era certa invece di avere presentato prove inequivocabili a carico di Boljkovac, «uomo che aveva un’autorità illimitata – questa l’accusa – e il potere di vita e di morte su tantissime persone. Boljkovac ordinò l’ uccisione dei civili, attuata dagli appartenenti alla I brigata croata dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo, con le vittime che furono sepolte in località Vidanka Curak, nei pressi di Duga Resa». A causa dei crimini commessi dai partigiani jugoslavi, in Croazia sono state denunciate una trentina di persone, in gran parte deceduti o irreperibili.