Fiumanità che non muore

Scritto da Marino Micich, Società di Studi Fiumani, 12/11/14
mercoledì 12 novembre 2014

La mostra, che si terrà a Trieste ai Civici Musei, dal 17 novembre al 7 dicembre 2014 , è dedicata al fiumano Francesco Drenig, mediatore tra le culture a Fiume nel periodo tra le due guerre mondiali. La prima inaugurazione è avvenuta, riscuotendo pieno successo, al Museo Civico di Fiume l’anno scorso. L’iniziativa è il frutto di una rinnovata e più sostanziosa collaborazione sorta tra il Museo Civico di Fiume/Rijeka e la Società di Studi Fiumani che conserva a Roma nel proprio Archivio-Museo un fondo di Francesco Drenig costituito con le donazioni del figlio Neri, purtroppo anche lui scomparso diversi anni fa.

La mostra, curata dal prof. Ervin Dubrovic, prende in considerazione la figura di Drenig in tutti i suoi aspetti dal periodo dannunziano vissuto con la passione del legionario a quello, sotto il regime fascista, di attento mediatore tra la cultura italiana e quella croata. Drenig fu redattore di riviste multiculturali nei primi anni ‘20 come La Fiumanella, Delta o negli anni ‘30 fu stimato curatore delle traduzioni di testi lirici dal croato all’italiano per la rivista Termini. Lui stesso compose brevi liriche e fu un grande promotore dell’arte fiumana di quel periodo.Notevole anche la sua attività di fotografo, messa in debito rilievo nella mostra. Drenig, dopo l’avvento della Jugoslavia di Tito a Fiume, decise, seppur a malincuore, di andare esule in Italia. Morì a Fabriano nel 1950 senza poter rivedere più il suolo natio. Tale è stata la reciproca soddisfazione di questa iniziativa che la Società di Studi Fiumani ha voluto donare parte del fondo Drenig al Museo Civico di Fiume/Rijeka diretto da Dubrovic, andando incontro anche al desiderio espresso a suo tempo dal figlio Neri al sottoscritto :” dottor Micich se un giorno riuscirete a far ricordare con una degna iniziativa mio padre Francesco nella sua città, allora avrei piacere che parte di questa donazione rimanga li a testimonianza della nostra imperitura fiumanità”.

L’iniziativa c’è stata e trova conferma nella seconda mostra che si tiene a Trieste, proponendosi tra le novità interculturali più interessanti provenienti da Fiume. Speriamo anche di portarla a Roma, se una volta tanto, i nostri enti governativi si decidessero a capire l’importanza della civiltà adriatica non solo per l’Italia, ma per la costruzione dell’Europa del futuro.