Scritto da Liliana Martissa Mengoli
sabato 14 settembre 2013
“ritenendo opportuno segnalarle p.c. un mio scritto (che è stata pubblicato sul Bollettino di Coordinamento Adriatico) relativo alla sua risposta del 4 settembre scorso a Giuseppe de Vergottini, le inoltro l’articolo insieme a una immagine del cartello stradale bilingue di Pola in Istria.
Per tornare all’annosa questione della toponomastica storica italiana delle località dell’Adriatico Orientale, mi preme sottolineare che il bilinguismo in Istria è regolato da Trattati internazionali ed è recepito inoltre dagli Statuti comunali di varie città, attualmente slovene e croate, come Capodistria, Pirano, Rovigno, ecc.
Che la tutela del bilinguismo è un diritto delle minoranze nazionali (ampiamente attuato, ad esempio, in Alto Adige-Sud Tirolo) sancito dalla Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie e recepito dalla Legge Costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali del 2002 della Repubblica di Croazia.
Non si vede pertanto come in Italia l’uso del bilinguismo toponomastico praticato oltre confine per rispetto della Comunità Nazionale Italiana, debba essere considerato inutile o (peggio!) sintomo di revanscismo, essendo fra l’altro parte del patrimonio storico-culturale di tutta la nazione italiana, non solo di nostalgici profughi.
Ci chiediamo da lungo tempo perché opinionisti italiani vogliano essere più Realisti del Re.
Bologna, 14 settembre 2013
P.S. Trattati e Leggi italiane, croate e slovene si possono consultare sul sito di Coordinamento Adriatico ( adriatico1.happycloud.it)