Scritto da Nadia Giugno Signorelli
sabato 23 agosto 2014
Furono 28 le mine ad esplodere a Pola in quello che doveva essere un pomeriggio di festa domenica 18 agosto/1946 sulla spiaggia di Vergarolla. Una deflagrazione che metteva fine alla vita di tanti bambini e genitori riuniti in spiaggia per le gare di vela della vicina sede sportiva. Una strage che determinò l’esodo da Pola… l’esodo delle genti istriane. Un ricordo indelebile sottolineato anche quest’anno con la messa di suffragio officiata al duomo da don Desiderio Staver, con la partecipazione del coro misto della Comunità degli Italiani di Pola, seguita dalla cerimonia commemorativa che ha avuto luogo subito dopo davanti al cippo nel parco intitolato alle vittime del maggiore massacro di civili in tempo di pace che la città abbia conosciuto. Accanto alla gente che non dimentica i suoi morti quest’anno autorità ed istituzioni hanno fatto quadrato per rendere onore a giusta causa. Nel semicerchio di persone intorno al cippo in pietra istriana con il toponimo “Vergarola”, il sindaco di Pola, Boris Mileti? che con la sua presenza ha determinato Vergarolla di nome e di fatto come una “tragedia di Pola” e non solo degli italiani di Pola. Un passo decisivo nell’attuazione di quella fraternità, stima e reciproca comprensione a lungo auspicata dal Libero Comune di Pola in Esilio, dal Circolo di Cultura Istro-Veneta “Istria” che, ricordiamolo, in occasione del cinquantesimo anniversario con la collaborazione della municipalità di Pola, superando notevoli ostacoli, ha deposto l’attuale cippo attorno al quale ora si ritrovano a commemorare l’eccidio la Comunità degli Italiani di Pola e i polesani di tutto il mondo.
A ribadire il necessario impegno a mantenere vivo il monito e la memoria presenti i rappresentanti dello Stato italiano, dello Stato Croato, autorità diplomatiche, parlamentari, Livio Dorigo presidente del Circolo di Cultura Istro-Veneta “Istria”, Tullio Canevari sindaco del LCPE che ha proposto di completare il monumento con due pietre recanti i nomi dei martiri. Saluti e orazioni, infine, da parte del console italiano a Fiume Renato Cianfarani, dal presidente dell’Univestità Popolare di Trieste Fabrizio Somma, il quale ha porto i saluti della vicepresidente della Camera dei Deputati Marina Sereni e degli onorevoli Laura Garavini ed Ettore Rosato. Presente il deputato italiano al Sabor della Croazia e presidente dell’Unione degli Italiani, Furio Radin, il presidente del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop. La commemorazione si è conclusa con un’ultima tappa al cimitero comunale di Monte Ghiro per un doveroso minuto di raccoglimento intorno alla tomba della famiglia Saccon che custodisce i resti di ben 26 vittime della tremenda esplosione, un momento che riunisce insieme memorie e ricordi.