Scritto da Franco Babich, «Il Piccolo», 29/12/10
Lo scrittore triestino Boris Pahor, in un’intervista pubblicata dal quotidiano capodistriano «Primorske Novice», accusa: «Gli sloveni hanno poca coscienza nazionale. Un esempio? A Pirano hanno un sindaco nero. Scegliere uno straniero è brutto segno». Il diretto interessato, Peter Bossman – nativo del Ghana, eletto per il centrosinistra lo scorso ottobre – replica: «Mi sento sloveno nell’anima e per scelta».
CAPODISTRIA – «Se Pirano ha scelto un sindaco nero, uno straniero, questo è sintomo di poca coscienza nazionale e un brutto segno per il Paese». È questo, in sintesi, il pensiero dello scrittore triestino di nazionalità slovena, Boris Pahor, in una lunga intervista pubblicata dal quotidiano capodistriano «Primorske Novice». Parte dell’opinione pubblica slovena è rimasta letteralmente allibita, e ha accusato l’anziano scrittore di nazionalismo e razzismo, ma c’è anche chi ha preso le sue difese. Pahor – si può leggere nei vari forum su Internet – ha semplicemente detto a voce alta quello che tanti altri pensano ma non osano dire. Il diretto interessato, il sindaco di Pirano Peter Bossman – nativo del Ghana, eletto per il centrosinistra lo scorso ottobre e subito ribattezzato “l’Obama sloveno” – ha dichiarato di non comprendere le dichiarazioni dello scrittore e ha ribadito, come più volte in passato, di sentirsi sloveno nell’anima e per scelta.
L’intervista che ha sollevato il polverone è apparsa nell’ambito dell’inserto dedicato ai vent’anni del plebiscito per l’indipendenza della Slovenia. Pahor ha introdotto il discorso di Bossman parlando dei vicini «non amici della Slovenia», Austria e Italia. «Guardate l’Italia – spiega lo scrittore – che vuole nuovamente italianizzare l’Istria. E ce la farà, perchè gli sloveni hanno poca coscienza nazionale. Lo si vede a Pirano, dove hanno il sindaco nero». Invitato dal giornalista a spiegare cosa c’è che non va nel sindaco di colore, Pahor insiste: «Abbiamo dato tanto per quel pezzo di terra e ora c’è il sindaco nero. Dio mio, dove c’è coscienza nazionale, qui? Non ho nulla da dire sul fatto che sia di colore. Ma se già hanno eletto un non sloveno, avrebbero dovuto eleggere al massimo un membro della comunità italiana, che vive lì. Scegliere uno straniero per sindaco è un brutto segno».
Tra i primi a reagire alle dichiarazioni dello scrittore, conosciuto finora principalmente per le sue testimonianze sulle sofferenze della minoranza slovena a Trieste nel ventennio fascista, è stato l’ex sindaco di Capodistria Aurelio Juri. Non è la prima volta che Pahor si rende protagonista di dichiarazioni improntate al nazionalismo e all’ostilità nei confronti dei vicini, rileva Juri, ricordando l’appello dello scrittore contro l’arbitrato con la Croazia per risolvere il contenzioso sui confini, ma era difficile immaginare che si sarebbe espresso anche in termini razzisti. A Pahor andrebbero spiegate alcune cose, è convinto Juri, tra cui il fatto che Bossman, seppure nato nel Ghana, non è uno straniero ma un cittadino e un contribuente sloveno, che l’Istria non può essere «italianizzata» perché è italiana da sempre, così come è slovena e croata, e che l’Istria slovena ha già avuto due sindaci «non sloveni», lo stesso Juri a Capodistria e Mario Gasparini a Isola, e che per questo non è stata «meno slovena». Juri esprime infine solidarietà a Bossman e ai piranesi che lo hanno eletto.