Scritto da «La Voce del Popolo», 25/11/10
ZAGABRIA – I gruppi parlamentari hanno approvato a maggioranza il Rapporto sull’attuazione della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali nel 2009. I deputati si sono trovati d’accordo nell’asserire che per ciò che concerne la legislazione in materia di protezione delle etnie la Croazia ha raggiunto alti livelli, rilevando però che tali norme dovrebbero essere realizzate con più efficacia. Il vicepresidente del governo, Slobodan Uzelac, ha rilevato che il Rapporto indica che vi sono stati passi avanti nella realizzazione dei diritti delle minoranze, soprattutto per ciò che concerne l’istruzione e l’autonomia culturale. Anche la Commissione europea ha accolto con favore il costante aumento delle dotazioni, che nel 2009 sono ammontate a 157 milioni di kune, ossia l’un per cento in più dell’anno precedente. Tali fondi sono stati spesi per la realizzazione di progetti editoriali, oppure legati alle attività informative, bibliotecarie o inerenti ai musei, come pure nella salvaguardia del retaggio culturale e delle tradizioni nazionali. Inoltre, è continuato l’andamento positivo per ciò che concerne la libertà di religione e il rinnovo degli edifici di culto.
MASS MEDIA Uno dei nei rilevati nel Rapporto è che l’accesso delle minoranze nazionali ai media pubblici è ancor sempre un problema, anche se ci sono stati piccoli passi avanti. Ciò succede soprattutto con la TV pubblica (HRT), ma anche con le stazioni radio e TV a livello locale. La discussione che ha preceduto la votazione del Rapporto è stata aperta dalle critiche espresse da Šime Lu?in, il quale a nome dell’SDP ha considerato che, per il settimo anno consecutivo dall’approvazione della Legge costituzionale, ogni rapporto indica che ci sono dei minimi progressi, ma che la normativa non viene messa in atto in maniera integrale. «Mi sembra che gli unici avanzamenti avvengano laddove ci sia bisogno di denaro dal bilancio», ha spiegato Lu?in, aggiungendo che la volontà politica del governo viene espressa con 157 milioni di kune, «ma non con decisioni politiche». Il deputato SDP ha poi aggiunto che la situazione in loco migliorerà solamente quando il governo effettuerà pressioni sugli organi locali di rappresentanza, minacciando di sciogliere quelli che non avranno adeguato i propri Statuti alla Legge costituzionale. Le parole di Lu?in hanno suscitato la reazione del vicepresidente del governo, Slobodan Uzelac, il quale ha asserito che se la Legge non viene applicata nella sua pienezza ciò non concerne solamente le etnie, ma anche le autorità, perché «se le minoranze nazionali vogliono fruire dei propri diritti a volte devono fare richiesta scritta, perché non hanno l’obbligo di fruirne».
USO UFFICIALE DELLE LINGUE MINORITARIE Goran Beus Richembergh (HNS_HSU) ha messo in rilievo che 6 milioni in meno del 2008 sono una cifra considerevole, per chi ha solamente questa fonte per finanziare i propri programmi di salvaguardia nazionale. Zdenka ?uhnil ha espresso soddisfazione per i progressi realizzati nell’applicazione della Legge costituzionale, però ha sottolineato che l’uso ufficiale e paritetico della lingua madre è troppo spesso un diritto negato. A riprova di ciò ha rilevato che di 121 unità locali solamente 60 prevedono l’uso delle lingue delle etnie, e di queste 45 si trovano in Istria. Ljubica Ljuka?i? a nome dell’HDZ ha assicurato che il governo anche quest’anno farà il possibile perché i diritti delle minoranze nazionali possano essere realizzati ai massimi livelli.