Scritto da Pier Paolo Garofalo – Azra Nuhefendic, «Il Piccolo», 09/11/10
TRIESTE – Auto con le bandiere nazionali e dell’Unione europea che scorrazzano strombazzando per il centro della capitale mentre la banda dell’esercito sfilava in parata nel centrale boulevard Eroi della Patria. Tirana e l’Albania ieri erano in festa per la decisione del Consiglio dei ministri degli Interni dell’UE di abolire il visto d’ingresso nell’Area Schengen per i cittadini albanesi. Nella capitale skipetara si ergono ora cartelli con le indicazioni chilometriche da Tirana alle principali capitali europee e la scritta «Senza visto». Migliaia di albanesi da Italia e Grecia hanno contattato subito i parenti in Albania, mandando in tilt le comunicazioni. Le agenzie di viaggio sono subissate da informazioni sulle possibilità di viaggio per il 15 dicembre, quando entrerà in vigore il provvedimento. Questo, ”limitato” ai possesori di passaporto biometrico e per soggiorni fino a tre mesi, concerne anche la Bosnia-Erzegovina, che ha reagito con maggiore compostezza. Per il presidente albanese Topi ieri è stato il terzo giorno più importante per gli albanesi dopo l’indipendenza e la caduta del comunismo.
L’abolizione dei visti «è un passo avanti della Bosnia-Erzegovina verso l’Unione europea» ha commentato più laconico a Sarajevo il presidente della Presidenza tripartita. Nel dicembre 2009 la liberalizzazione era stata presa per Serbia, Macedonia e Montenegro. In tutti i Balcani solo gli abitanti del Kosovo avranno ancora bisogno del visto. Grande soddisfazione per il risultato alla Farnesina. «È una lietissima notizia per la quale mi congratulo con i governi e le popolazioni di Sarajevo e Tirana. È il giusto premio per l’impegno e la determinazione di questi Paesi» ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini, molto attivo sul tema a livello comunitario negli ultimi mesi. «La decisione premia anche l’impegno costante dell’Italia per la stabilizzazione e l’avvicinamento all’Europa dei Balcani Occidentali» continua Frattini. Ha preso forma nel 2009 nel Piano in 8 punti per i Balcani Occidentali, lanciato dall’Italia per l’integrazione di tutte le nazioni dell’area.
Ma in Occidente molta parte dell’opinione pubblica teme una nuova ondata d’immigrati, specie in questo periodo di crisi economica. Preoccupazioni espresse dall’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio: «La gravissima decisione consentirà il libero via vai da Paesi notoriamente privi di adeguate strutture di controllo e per di più caratterizzati da reti criminali molto diffuse, ramificate e potenti». L’abolizione è stata adottata nonostante i timori, per le stesse ragioni, di Francia e Paesi Bassi. Bruxelles ha comunque dato garanzie che saranno monitorate le migrazioni. Restano in vigore due meccanismi di controllo e monitoraggio, oltre a procedure UE d’urgenza.