Scritto da Mauro Manzin
Europa: sarà questo il principale tema che impegnerà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il premier croato, signora Jadranka Kosor nel loro pranzo di lavoro oggi ad Arcore. Nonostante lo sblocco del veto sloveno con l’accordo trovato relativamente a un arbitrato sui confini (leggi Golfo di Pirano ndr.) il percorso di Zagabria verso Bruxelles è ancora irto di ostacoli. Chiaro, dunque, che la Kosor giunga in Italia per conservare quello “storico” appoggio tricolore per l’adesione. Anche perché ora Zagabria si trova di fronte ai paletti posti da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Finlandia a causa della scarsa collaborazione con il Tribunale internazionale dell’Aja per la ex Jugoslavia. Il Tribunale vuole tutte le carte e i piani militari dell’Operazione tempesta che decretò la vittoria croata sui serbi. Un intoppo non da poco che, fonti diplomatiche a Bruxelles sostengono essere ancora più grave del contenzioso con la Slovenia e soprattutto, destinato a durare di più. Insomma i tempi di adesione della Croazia all’UE si stanno fortemente dilatando tanto che in seno alla Comunità si parla oramai apertamente del gennaio 2013 come data ufficiale d’ingresso nell’Unione europea. È, dunque, logico che la Kosor venga a chiedere l’appoggio dell’Italia in ambito UE.
Senza dimenticare poi i ritardi in alcuni capitoli non marginali del processo di mediazione per l’adesione che riguardano la riforma del sistema giudiziario e la privatizzazione dei cantieri. Quest’ultimo, poi, sta diventando un tema socio-economico sempre più pesante in Croazia. La privatizzazione di cantieri come il Tre maggio fiumano o lo Scoglio Olivi di Pola rischia di accrescere la disoccupazione nel Paese. Soprattutto il Tre maggio rimane una sorta di golem dell’economia di Stato di impronta titina che, in caso di vendita a privati, subirebbe un vero bagno di sangue in termini di occupazione, compreso l’indotto. E fino a qui, vista anche la congiuntura mondiale, non si è fatto avanti alcun investitore privato, tantomeno italiano (in molti ”sognavano” la Fincantieri che peraltro ha già le sue belle gatte da pelare). Nei giorni scorsi il governo ha varato una serie di misure per sostenere l’economia, secondo molti osservatori con colpevole ritardo. È stato creato un fondo statale per crediti o capitalizzazioni di aziende private che dispone di circa 1,3 miliardi di euro. Ma contemporaneamente sono state tagliate pensioni e salari al punto che un pensionato in Croazia, mediamente, dispone di 200 euro al mese mentre la paga media non supera i 450 euro. E la pressione sociale aumenta così come è in crescita il sistema della corruzione. Ultimamente proprio il governo Kosor sembra essere corso ai ripari con alcune operazioni anche eclatanti (leggi l’affare Podravka con i vertici finiti in manette ndr.).
Lotta alla corruzione che è anche la parola d’ordine del neo eletto presidente della Repubblica, Ivo Josipovic. Senza dimenticare che in questo sforzo di risanamento ci sono in prima fila capitali italiani: Unicredit e Intesa San Paolo controllano rispettivamente le due principali banche croate, la Zagrebacka Banka e la Privredna Banka, il che ammonta a circa il 45% del mercato croato del credito croato. Ricordando che l’Italia è al primo posto nell’interscambio con la Croazia precedendo giganti come la Germania. E proprio alla luce delle difficoltà innescate dalla crisi, l’ingresso in Europa diventa l’elemento che salda tutto, economia e politica e dà slancio agli sforzi di risanamento. Nella nuova Croazia, quindi, l’Italia può fare la sua parte, un ruolo importante che la Kosor non dimenticherà di far presente al suo interlocutore Berlusconi. Resta a galleggiare nell’aria ancora il tema dei beni abbandonati dagli Esuli, di quegli immobili e terreni che una commissione mista sta esaminando se possano esulare da quanto definito nel Trattato di Osimo del 1975 e negli Accordi di Roma del 1981. Commissione che, invero, finora non ha dato alcun risultato e le cui conclusioni i due governi si guardano bene dall’esaminare attentamente. Soprattutto per non alzare nuova polvere sulla bufera in cui sta a tutt’oggi navigando la Croazia. Un pranzo ricco di tematiche, dunque, dal quale potrebbe scaturire un nuovo incontro della Commissione bilaterale interministeriale tra i due Paesi per poter dare il via a un serio confronto operativo sulle molteplici tematiche sul tavolo.
Fonte: «Il Piccolo», 08/02/10.