Scritto da «La Voce del Popolo», 28/12/09
ZAGABRIA – Si è conclusa in Croazia la prima tornata delle elezioni presidenziali. I seggi hanno chiuso ieri alle ore 19. Le operazioni di voto si sono svolte dappertutto senza particolari problemi. Gli aventi diritto al voto sono stati complessivamente quattro milioni e mezzo. Hanno potuto votare anche i cittadini croati residenti all’estero. Il maggior numero di seggi oltreconfine è stato allestito in Bosnia ed Erzegovina: ben 124 a disposizione di 266.672 elettori. L’affluenza alle urne è stata nel complesso tiepida: entro le ore 16 ha votato appena il 33,87 per cento del corpo elettorale, ovvero poco meno di un milione trecentomila elettori. Il calo è stato dell’otto per cento rispetto alle presidenziali del 2005, alle quali entro la stessa ora aveva votato il 41, 92 degli aventi diritto.
Per quanto riguarda l’affluenza nelle principali città, la maggiore è stata segnalata a Varaždin con il 41,52 per cento, seguita da ?akovec (41,44) e Zagabria (39,12). In coda Ragusa (Dubrovnik) con il 28,35 e Vukovar con il 20,17 per cento. A proposito delle Regioni, i più “disciplinati” sono stati gli elettori del Me?imurje con il 39,63 per cento, seguiti da quelli dell’area di Varaždin con il 39,50 per cento. In coda, gli elettori della Regione di Vukovar e dello Srijem con un’affluenza che, sempre alle ore 16, non ha superato il 24,49 per cento. L’adesione è stata, dunque, contenuta. D’altronde era difficile attendersi di più dopo una campagna elettorale piuttosto scialba, che non è riuscita a risvegliare l’interesse della gente. I candidati in lizza a queste presidenziali, che dovranno designare il successore di Stjepan Mesi? alla carica di Capo dello Stato, sono stati dodici, fra indipendenti ed esponenti di partiti politici (in ordine alfabetico Milan Bandi?, Andrija Hebrang, Ivo Josipovi?, Josip Jur?evi?, Damir Kajin, Boris Mikši?, Dragan Primorac, Vesna Pusi?, Vesna Škare Ožbolt, Miroslav Tu?man, Nadan Vidoševi? e Slavko Vukši?). Ma di emozioni nell’insieme ne hanno regalate ben poche.
Il Capo dello Stato uscente, Stjepan Mesi?, dopo aver votato a Zagabria, ha espresso rammarico per non aver potuto essere il presidente che porterà la Croazia nell’Unione europea. Tale compito spetterà, infatti, almeno si spera, al suo successore. Stjepan Mesi? si è rammaricato pure per il fatto di dover abbandonare le redini dello Stato in un periodo di crisi. La premier Jadranka Kosor si è detta convinta che la collaborazione con il futuro presidente sarà di buon livello, nell’interesse del Paese. È in primo luogo la politica estera il campo in cui il Capo dello Stato e il primo ministro devono collaborare, ha ricordato Jadranka Kosor, esprimendo l’auspicio che i rapporti con il successore di Stjepan Mesi? siano nel segno della tolleranza e del rispetto reciproco. Dopo aver votato il presidente del Sabor, Luka Bebi?, ha detto di attendersi che il nuovo Capo dello Stato contribuisca a far uscire il Paese dalla crisi e a portarlo nell’Unione europea. Luka Bebi? ha rilevato pure che la collaborazione con Mesi? è stata corretta, ma si è detto convinto che con il nuovo Capo dello Stato ci potranno essere rapporti ancora migliori, ovvero più diretti.