Scritto da Ivo Vidotto
BUDAPEST – «Mentre in questo periodo di recessione sentiamo parlare ovunque di crolli e fallimenti, di un calo dei consumi, noi possiamo dire con orgoglio che in un momento così delicato abbiamo riaperto il mercato ungherese, per noi importantissimo». Lo ha dichiarato il direttore dell’ente portuale fiumano, Denis Vukorepa, il quale, assieme al direttore della Port Authority, Bojan Hla?a, ha preso parte ieri mattina alla presentazione del progetto di introduzione dei treni-blocco tra Fiume e Budapest, progetto che dovrebbe dare uno slancio ulteriore al terminal container in Brajdica, il settore più remunerativo della “Luka”. «Mentre finora il porto di Capodistria movimentava sui 70.000 TEU ungheresi all’anno – ha aggiunto Vukorepa – a noi rimanevano poche migliaia di contenitori. Il nostro viaggio a Budapest sancisce un’inversione di tendenza che, aggiunta all’inserimento del porto di Fiume nelle linee settimanali tra Estremo Oriente e Alto Adriatico dei principali operatori del settore, va considerata come un segnale molto confortante. Le Ferrovie croate ci hanno garantito tariffe molto concorrenziali, per cui Fiume sarà una destinazione conveniente per quelli che dovranno spedire le proprie merci verso tutte le destinazioni via mare».
Alla presentazione magiara, tenutasi nella sede della “ITD”, agenzia per lo sviluppo, gli investimenti e gli interscambi commerciali, a fare gli onori di casa è stato Zoltan Mester, segretario di Stato in seno al Ministero dello sviluppo e dell’economia. Era presente una sessantina di operatori del settore, ai quali è stato spiegato perché scegliere Fiume.Prima dell’intervento di Denis Vukorepa, Bojan Hla?a ha illustrato i programmi di sviluppo del porto di Fiume, con particolare riferimento al terminal container. Nei primi tre mesi del 2010, infatti, in Brajdica inizieranno i lavori di ampliamento delle capacità ricettive con nuovi 50 metri di banchina operativo e una nuova gru a ponte per container, per la quale è pronta tutta la documentazione necessaria, mentre un’altra arriverà a lavori terminati. Si tratta di interventi che consentiranno a Fiume di tenere il passo della concorrenza, perché la tecnologia nel settore del traffico container è in continuo progresso. Le navi sono sempre più grandi – e ce ne rendiamo conto vedendo i “giganti” che approdano in Brajdica – e viene richiesta pertanto una produttività sempre maggiore.
Il direttore della “Luka”, invece, ha illustrato i servizi offerti dallo scalo fiumano, annunciando il raggiungimento di quello che era e doveva essere l’obiettivo principale, ovvero un trasporto a prezzi più vantaggiosi tra Fiume e il terminal Bilk di Budapest rispetto a quelli praticati sulla tratta fra Capodistria e la capitale ungherese. «In questo difficile momento, tutti sono molto sensibili ai prezzi e tra quelli che organizzano i trasporti si avvertono le conseguenze del calo dei traffici e le stesse compagnie armatoriali stanno cercando alternative, che di solito vengono determinate proprio dal prezzo». La caratteristica dei treni-blocco è che la loro composizione non cambia dal punto di partenza a quello di destinazione, con soste brevissime alle frontiere, senza formalità doganali lungo il percorso e, soprattutto, senza fermate tecniche per aggiungere o togliere vagoni. Il vantaggio di questo tipo di servizio consiste proprio nella riduzione dei tempi di percorrenza e in tariffe concorrenziali. Anche se adesso si parla di un nuovo mercato, forse sarebbe più corretto parlare di «riapertura di un mercato storico», in quanto Fiume e Budapest sono legate a doppio filo dalla notte dei tempi e la crescita dello scalo quarnerino è dovuta in gran parte proprio all’interesse storico di Budapest per uno sbocco sull’Adriatico, che per loro significava una finestra sul mondo. La più vicina.
Fonte: «La Voce del Popolo», 10/12/09.