UE. I nodi dei candidati balcanici

Scritto da Agenzia Balcani, 24/11/09
Bruxelles – Nel corso della seduta plenaria del Parlamento Europeo, è stata discussa la risoluzione che definisce per i candidati per l’adesione i criteri di integrazione. Essa si riferisce agli attuali e potenziali paesi candidati, in relazione al proseguimento delle riforme per rimanere sul cammino verso l’adesione all’UE. Questioni chiave restano lo Stato di diritto, la libertà di espressione, il trattamento delle minoranze etniche e la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, problemi che devono ancora essere risolti, come precisato dalla stessa risoluzione approvata dalla Commissione per gli affari esteri del Parlamento Europeo. La risoluzione del Parlamento relativa al documento strategico 2009 della Commissione europea per l’allargamento ai paesi dei Balcani occidentali, l’Islanda e la Turchia, redatta da Gabriele Albertini, sarà infatti discussa mercoledì e sottoposta a votazione nella seduta plenaria di giovedì 26 novembre.
La risoluzione, nel suo complesso, ribadisce il suo impegno a favore della politica di allargamento, essendo una delle politiche di maggior successo dell’UE. Per quanto riguarda lo stato di diritto, i parlamentari hanno accolto con favore gli sforzi nella regione, anche se alcuni paesi continuano ad incontrare dei problemi nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Per quanto riguarda la libertà di espressione, la risoluzione suggerisce che i mezzi di comunicazione devono essere libero da interferenze politiche, mentre l’indipendenza degli organismi di regolamentazione deve essere una priorità per i Balcani occidentali e la Turchia. I deputati chiedono alle autorità della Bosnia-Erzegovina e Albania di adottare le misure necessarie per soddisfare tutti i criteri rilevanti, affinché la liberalizzazione dei visti per i cittadini possa entrare in vigore a partire dal luglio 2010. La Commissione ha invitato i Paesi europei ad avviare un dialogo sulla questione della liberalizzazione dei visti con le autorità del Kosovo al più presto possibile. I deputati hanno anche sostenuto l’istituzione di una road map per facilitare e liberalizzare i visti con Pristina, simile a quello dei paesi dei Balcani occidentali. Viene così salutato con soddisfazione il progetto della Commissione di rafforzare le relazioni con il Kosovo, tra cui esplorare la possibilità di una sua partecipazione a programmi comunitari. «Il processo di decentramento deve essere concluso prima della fine dell’anno, in linea con il piano Ahtisaari. Viene accolto con favore il tasso di partecipazione serba alle elezioni in Kosovo, come segnale incoraggiante che la comunità serba in Kosovo è pronta a riconoscere le proprie responsabilità».
La risoluzione afferma che le controversie bilaterali dovrebbero essere risolte dalle parti interessate, e non dovrebbero essere un ostacolo al progresso verso l’adesione, bensì essere risolte prima. In particolare, con riferimento alla Croazia, la Commissione afferma che i negoziati di adesione dovrebbero essere conclusi il più presto possibile, a condizione che Zagabria intensifichi i suoi sforzi per soddisfare tutti i criteri e i parametri di riferimento necessari, compresa la piena cooperazione con l’ICTY. «L’accordo bilaterale sulla risoluzione della controversia di frontiera con la Slovenia ha creato senz’altro uno slancio per aprire nuovi capitoli nel processo di adesione», precisa la risoluzione, aggiungendo che i membri sono convinti che i negoziati di adesione con la Croazia possano essere conclusi entro la metà del 2010. La Croazia dovrà inoltre intensificare gli sforzi per rafforzare la pubblica amministrazione, la riforma del suo sistema giudiziario, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, per garantire la sostenibilità del ritorno dei rifugiati e permettere l’accesso ai documenti richiesti nei processi per crimini di guerra. Allo stesso modo, il Consiglio ha invitato a confermare la raccomandazione della Commissione di aprire e fissare una data al vertice di dicembre, per avviare i negoziati con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM). A Skopje si chiede di accelerare la riforma della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, la lotta contro la corruzione e migliorare i diritti delle donne e delle relazioni interetniche. I deputati ha accolto con favore il fatto che il paese ha soddisfatto tutti i parametri di riferimento per la liberalizzazione dei visti. Mentre, sulla questione del nome, il Parlamento invita i governi dei due paesi ad intensificare i loro sforzi per trovare una soluzione. «Il governo macedone dovrebbe evitare azioni e dichiarazioni che potrebbero influire negativamente sulle relazioni con stato vicino», aggiunge.
Per quanto riguarda la regione in generale, il Consiglio chiede la ratifica dell’accordo interinale (IA) per l’attuazione dell’ASA. La stessa applicazione unilaterale dell’Accordo si stabilizzazione da parte della Serbia dimostra l’impegno dei paesi di progredire nel cammino verso l’adesione. Per tale motivo, non si esclude che l’accordo potrebbe essere firmato già in occasione del vertice UE di dicembre. Parlamento accoglie con favore gli ulteriori progressi della Serbia per quanto riguarda la cooperazione con l’ICTY, come rilevato dalla recente relazione del Procuratore Generale di questa Corte. Tuttavia, i deputati criticano duramente gli appelli delle autorità serbe nei confronti dei Serbi del Kosovo a boicottare le elezioni a metà novembre. Egli ha anche chiesto alla Serbia di intensificare la sua cooperazione con la missione EULEX, in particolare nel nord del Kosovo.Per quanto riguarda la Bosnia, il Parlamento Europeo evidenzia alcuni miglioramenti nella sicurezza e nella gestione delle frontiere in Bosnia-Erzegovina, ma non si dice totalmente soddisfatto per i limiti posti dall’immobilismo politico. Il clima di instabilità politica e la mancanza di una visione comune condivisa, tra la Federazione croato-musulmana e la Republika Srpska, desta preoccupazione. La risoluzione ha riconosciuto i progressi compiuti dall’Albania e dal Montenegro, valutando incoraggianti le ultime notizie sui progressi dei due paesi per proseguire i loro sforzi verso la riforma.