Scritto da Silvio Maranzana
Sulla vignetta slovena l’Unione degli istriani va all’attacco della Provincia. «Bene ha fatto il sottosegretario ai Trasporti di Lubiana Igor Jakomin – ha affermato alzando sorprendentemente i toni il presidente degli esuli, Massimiliano Lacota – ad affermare che il Trattato di Osimo non prevede l’esclusione delle fasce confinarie da pedaggi o vignette perché effettivamente è così e io gli dò ragione in pieno. Siamo noi che abbiamo fatto una figura pessima». Nella propria missiva la presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat aveva citato il decreto 100 del 6 marzo 1978 (norme dirette ad assicurare l’esecuzione degli accordi di Osimo) che «prevede il divieto di pedaggio stradale e in questo modo garantisce ai cittadini sloveni l’utilizzo gratuito dei collegamenti di trasporto nel suddetto territorio».
Il sindaco Roberto Dipiazza aveva citato il precedente dell’impossibilità da parte dell’amministrazione Illy di porre il pedaggio dopo il Lisert proprio a causa del trattato di Osimo. «Eccolo il trattato di Osimo – ha urlato ieri Lacota sventagliando due fogli – è tutto qua e non vi è niente di tutto questo. Abbiamo fatto una figura ridicola, tutta la Slovenia sta ridendo di noi. Non ha la Provincia un ufficio legale? Ogni triestino dovrebbe sempre girare con due cose nelle tasche: in una “Il Piccolo”, nel bene e nel male, nell’altra il Trattato di Osimo che in tutta questa faccenda non c’entra niente». Ma le frizioni con la Provincia non nascono qua. Un paio di giorni fa Massimiliano Lacota ha chiesto a Maria Teresa Bassa Poropat di fornire le necessarie spiegazioni relativamente alla sua presenza alla manifestazione del 6 settembre a Basovizza. «La cerimonia – aveva sottolineato – era dedicata ai quattro terroristi sloveni condannati a morte e fucilati nel 1930 per diversi attentati commessi a Trieste ed è stata caratterizzata da una scenografia con massiccia presenza di simboli comunisti e insegne e bandiere della defunta Jugoslavia e con ragazzine e bambini in divisa partigiana e berretto con stella vermiglia». In mancanza di spiegazioni, l’Unione degli istriani ha annunciato che uscirà dal comitato creato assieme alla Provincia per erigere a Rabuiese un monumento all’Esodo.
Quali sono gli appigli giuridici a cui richiamarsi per denunciare «la truffa della vignetta»? Secondo Lacota sono ben altri. Innanzitutto l’Accordo di Schenghen che rileva che il movimento transfrontaliero debba essere favorito e garantito sulla base della reciprocità. Poi l’accordo di Udine ratificato nel 1985 dalla Jugoslavia, di cui la Slovenia si è dichiarata erede e che stabilisce che nell’esercizio dei trasporti debba valere il principio della reciprocità. Infine anche i famosi allegati settimo e ottavo del Trattato di pace che riguardano il porto franco di Trieste e più in generale i traffici. Lacota ha rivendicato all’Unione degli istriani la primogenitura delle iniziative grazie anche alla collaborazione con uno studio legale di Bruxelles. Le richieste sono di libera la circolazione nella fascia a cavallo del confine e di vignette giornaliere a 1,20 euro, per 3 giorni a 2,80 euro, e settimanale a 5,50 euro in particolare nei tratti tra Sesana e Postumia e tra il valico di Sant’Andrea e il Vipacco. Frattanto Bassa Poropat ha chiesto un incontro al Ministro dei Trasporti sloveno e Dipiazza ha incaricato l’avvocato Paolo Sardos Albertini di occuparsi del caso.
Fonte: «Il Piccolo», 27/09/09.