Scritto da Agenzia Balcani, 01/09/09
I Balcani devono essere consapevoli che, in questo momento, non c’è una volontà positiva tra i paesi europei per il proseguimento dell’ulteriore allargamento nell’UE. Questo quanto affermato dal coordinatore dell’iniziativa per la cooperazione in Europa sud-orientale, Erhard Busek, per un’intervista al quotidiano «Vecernje novosti». Questi ha detto di non essere in grado di predire il processo d’integrazione europea della Serbia e altri paesi della regione, ma avverte che la crisi economica è diventata un alibi, un vero e proprio freno all’espansione dell’UE. «I freni sono molto più grandi, accumulati dai problemi interni che l’Europa risolve sempre più con difficoltà», sottolinea Busek, che si fa forte sostenitore dell’idea di integrare i Balcani in un’unica fase, in modo da evitare delle situazioni spiacevoli, ossia che un paese blocchi l’entrata dell’altro paese, come nel caso della Slovenia e della Croazia. «Sono convinto che l’anno ideale per l’ingresso nel territorio comunitario è il 2014, proprio in occasione del centenario dalla prima guerra mondiale», ha detto il politico austriaco e ha inviato i politici di Belgrado di continuare ad attuare le riforme e di soddisfare tutte le condizioni stabilite dalla normativa internazionale della comunità. Busek ha detto che non vi è alcuna possibilità che qualcuno nell’Unione Europea riesca a convincere l’Olanda ad accettare lo scongelamento dell’ASA per la Serbia senza l’arresto di Ratko Mladic, aggiungendo che gli olandesi, in questo momento, sono molto più duri di quanto non lo siano mai stati in precedenza.