Scritto da Andrea Marsanic
È prossima l’abolizione della Riserva naturale dei delfini nelle acque lussignane, proclamata esattamente tre anni da dall’Istituto statale per la salvaguardia dell’ambiente. La decisione presa a Zagabria di tutelare le acque dove è presente una colonia di circa 120 esemplari, trasformandola successivamente in un santuario, ha sin da principio generato polemiche e proteste, con in prima fila pescatori, operatori turistici, ristoratori, commercianti e anche partiti politici di Lussino. Si è sempre temuto che la proclamazione di un’area in regime di tutela di questi cetacei potesse impedire o limitare attività economiche quali laa pesca, arrecando così danni alla popolazione isolana, pronta sì a sostenere la protezione dei delfini ma non a essere sottomessa a regolamenti e normative varie. Da quanto è dato sapere, il suddetto Istituto statale sta per varare una forma di tutela molto meno rigorosa per i delfini lussignani (già di per se protetti in teoria da una severa legge), che sarebbe vita a una specie di parco marino regionale, in cui potrebbero tranquillamente coesistere gli «amici pinnuti» e le categorie economiche. Il delfino, paradossalmente, è da decenni il simbolo dell’isola di Lussino, come lo è il grifone (l’avvoltoio dalla testa bianca) per la vicina Cherso.
Quando si giunge nell’isola, il delfino è ben rappresentato nei depliant turistici, sulle fiancate dei pullman delle linee urbane e anche nella principale piazza del capoluogo isolano, a Lussinpiccolo, dove è presente un’ampia fontana con le statue di due delfini, inaugurata 49 anni fa. Inoltre, dal 1993 il primo sabato agostano è dedicato a Lussingrande alla Giornata del delfino, con tutta una serie di apprezzate e azzeccate manifestazioni. Tutto bello, tutto suggestivo ma un anno fa il Consiglio cittadino di Lussinpiccolo (all’epoca, come adesso, in mano al centrodestra) aveva accettato una delibera in cui si chiedeva alle competenti autorità statali di non applicare nessuna forma di tutela speciale dei delfini.
Nella delibera si rilevava che anche altrove nelle acque croate dell’Adriatico esistono consistenti colonie di questi cetacei, senza però che siano state adottate particolari misure di salvaguardia. La presa di posizione del parlamentino municipale ha evidentemente scoraggiato l’Istituto statale per la salvaguardia dell’ambiente, che ha così dato partita vinta agli oppositori del «delfinario». A detta del direttore dell’Istituto Davorin Markovic la nuova proposta relativa al parco marino saprà tutelare la colonia lussignana e le altre specie di flora e fauna nell’area, salvaguardando anche gli interessi in campo economico. Nessuno dovrebbe insomma risultare danneggiato, specie i pescatori professionisti e i pescasportivi, che temevano la creazione di una vasta zona in cui sarebbe stata vietata qualsiasi attività alieutica. Non sarà così.
Fonte: «Il Piccolo», 30/07/09.