Scritto da Andrea Marsanich
Non è la prima volta che accade in Croazia. Nella notte a cavallo tra venerdì e sabato scorsi, nella cittadina dalmata di Sinj (entroterra di Spalato), ignoti hanno tolto una trentina di bandierine italiane, issate ai pali dell’illuminazione pubblica, e quindi le hanno date alle fiamme. I piccoli tricolori erano stati esposti in pieno centro, in occasione dell’arrivo a Sinj di una qualificata rappresentanza della città amica di Montemarciano (Marche). Accortisi dell’atto vandalico, alcuni cittadini si sono rivolti alla polizia, che ha avviato subito le indagini per risalire agli autori dell’ inqualificabile episodio, peraltro condannato con fermezza dal ministero croato degli Esteri e delle Integrazioni europee. Il dicastero, di cui è titolare il ministro Gordan Jandrokovic, ha diffuso un comunicato in cui «esprime forte condanna per un episodio che, assieme a quanto sta avvenendo attorno ai fradelli Ladini, proprietari dell’ azienda di fili Dalmatinka Nova di Sinj, non inciderà minimamente sugli ottimi rapporti bilaterali fra Italia e Croazia».
Ricordiamo che i fratelli Ladini, Gianfranco e Livio, proprietari della ditta triestina La Distributrice, hanno acquistato la citata azienda di Sinj nel 2002 e negli ultimi anni sono malvisti nella località dalmata per tutta una serie di vicende (mancato pagamento salari, procedimenti giudiziari, proteste, sciopero della fame dei dipendenti, ecc) che hanno addirittura coinvolto il governo di centrodestra del premier Ivo Sanader. Nel comunicato si fa inoltre presente che il ministero ha informato dell’accaduto l’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Alessandro Pignatti Morano di Custoza, porgendogli le scuse ufficiali.
A rivolgersi ai giornalisti è stata la portavoce della questura di Spalato, Marina Kraljevic Gudelj, la quale ha confermato che si tratta di un episodio vandalico, aggiungendo che le le ricerche sono ancora in corso per fare luce sui responsabili del censurabile gesto. A poche ore dall’accaduto, le bandierine tricolori sono state ricollocate lungo le principali vie e piazze della cittadina alle spalle di Spalato. Come detto in apertura di scritto, non è la prima volta che il tricolore italiano viene oltraggiato in Croazia. Negli ultimi anni, ciò è avvvenuto più volte, sia in Istria che in Dalmazia. Come poter dimenticare l’episodio di una decina di anni fa a Pisino, capoluogo della Contea d’Istria, dove un gruppo di facinorosi nazionalisti croati strappò il vessillo italiano posto sulla facciata dell’edificio che ospita l’amministrazione regionale.
È ancora fresco nella memoria quanto avvenne a Spalato, dove ignoti strapparono la bandiera italiana dalla sede della Comunità degli Italiani. Un gesto intimidatorio, che però non ebbe conseguenze sulle attività e sulla visibilità di una comunità orgogliosa e tenace. Identico destino è toccato anche al tricolore che sventolava dall’ edificio della Comunità degli Italiani di Parenzo. Come se non bastasse, altri accaduti hanno turbato i connazionali che vivono in Croazia, dal danneggiamento della targa della Comunità degli Italiani di Zara, ad atti vandalici contro le Comunità degli Italiani di Sissano e Pola e contro la Scuola media superiore italiana di Pola, dalla distruzione a Montona di una croce e di una targa commemorativa per gli italiani trucidati nel 1945, al danneggiamento della segnaletica bilingue all’incrocio delle strade per Umago, Buie e Cittanova. Tutte vicende che hanno visto reagire la polizia croata, che in alcuni casi è riuscita a fermare e denunciare i responsabili degli atti barbarici, mentre in altri casi ha dovuto archiviare le pratiche contro ignoti.
Fonte: «Il Piccolo», 27/04/09