4. Venezia Giulia e Dalmazia in guerra, 9 settembre 1943-30 aprile 1945

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 le strutture dello Stato si sfasciarono. In Venezia Giulia dilagarono i partigiani iugoslavi, sloveni e croati, che si diedero ad azioni terroristiche e alla cattura e all’uccisione dei civili italiani, gettandone i corpi nelle foibe.
Da metà settembre, con una veloce ed energica campagna i tedeschi, che il 9 settembre avevano occupato Trieste, ristabilirono l’ordine in Istria e nel fiumano, occuparono la provincia di Lubiana (la città rimase in mano tedesca sino al 9 maggio 1945), la città di Zara e Cattaro, lasciando ai croati gli altri territori dalmati.
Il 29 settembre, nel Trentino ed in Venezia Giulia i tedeschi istituirono due «Operationszone», Alpenvorland (province di Trento, Bolzano, Belluno) e Adriatisches Küstenland (province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana): un preludio all’annessione al Reich, contro cui reagì il governo della neocostituita Repubblica sociale italiana.
Queste tragiche vicende non ebbero riscontri filatelici in Istria e nel fiumano, al contrario degli altri luoghi.

La provincia di Lubiana

Nella provincia i tedeschi presero completamente in mano la situazione ed esautorarono di fatto l’amministrazione italiana.
Nel gennaio 1944 venne emessa una serie di valori sovrastampando quelli italiani disponibili con l’aquila slovena e l’indicazione bilingue «Provinz Laibach Ljublianska Pokrajna», cioè «provincia di Lubiana», cui fece seguito una serie pittorica nel 1945 (foto 1).

Foto 1) Preparati dall’amministrazione tedesca, nel gennaio 1944 nella provincia di Lubiana entrarono in uso francobolli e cartoline italiane sovrastampati «Provinz Laibach / Ljubljanska Pokrajina.

Foto 1) Preparati dall’amministrazione tedesca, nel gennaio 1944 nella provincia di Lubiana entrarono in uso francobolli e cartoline italiane sovrastampati «Provinz Laibach / Ljubljanska Pokrajina.

Zara e la Dalmazia

I nuovi territori dalmati di recente adesione vennero di fatto presto abbandonati dalle truppe e dalle autorità italiane, che rimasero a Zara, ove il 10 settembre entrarono le truppe tedesche.

A fine settembre i tedeschi decisero di sovrastampare francobolli, cartoline e biglietti postali italiani con una dicitura che sottolineasse la loro autorità: «Deutsche Besetzung Zara» («occupazione tedesca di Zara») (foto 2). Furono emessi l’8 ottobre e dal 16 furono d’uso obbligatorio. Seguì un’altra emissione con la dicitura più anonima «Zara».

Foto 2) A Zara l’amministrazione tedesca sovrastampò i valori italiani «Deutsche Besetzung Zara».  La sera del 30 ottobre 1944 i tedeschi abbandonarono la città, quasi del tutto distrutta dai bombardamenti alleati e la mattina successiva i partigiani iugoslavi entrarono in una Zara quasi completamente rasa al suolo e abbandonata dalla maggior parte degli abitanti.

Foto 2) A Zara l’amministrazione tedesca sovrastampò i valori italiani «Deutsche Besetzung Zara».
La sera del 30 ottobre 1944 i tedeschi abbandonarono la città, quasi del tutto distrutta dai bombardamenti alleati e la mattina successiva i partigiani iugoslavi entrarono in una Zara quasi completamente rasa al suolo e abbandonata dalla maggior parte degli abitanti.

Oltre a Zara, i tedeschi occuparono subito anche la provincia di Cattaro, cioè la zona strategica delle Bocche, istituendovi un’amministrazione militare ed emettendo francobolli e cartoline sovrastampati che sancissero il nuovo status, con sovrastampa «Deutsche militär-verwaltung Kotor» su francobolli italiani (foto 3).

Foto 3) Le Bocche di Cattaro furono occupate dai tedeschi sino al marzo 1945. Vennero sovrastampati valori italiani o iugoslavi. Partita da Castelnuovo di Cattaro, questa cartolina già italiana è sovrastampata «Deutsche militär-Verwaltung Kotor» (amministrazione militare tedesca di Cattaro).

Foto 3) Le Bocche di Cattaro furono occupate dai tedeschi sino al marzo 1945. Vennero sovrastampati valori italiani o iugoslavi. Partita da Castelnuovo di Cattaro, questa cartolina già italiana è sovrastampata «Deutsche militär-Verwaltung Kotor» (amministrazione militare tedesca di Cattaro).

Nel resto della Dalmazia lo stato croato occupò velocemente Sebenico, Spalato e gli altri territori dalmati, ritenendoli annessi al proprio Stato in forza del patto sottoscritto con i tedeschi. Vennero usati i francobolli italiani con un timbrino a mano «N.D.H.», iniziali del nome dello Stato croato (Nezavisna Drzava Hrvatska). A marzo 1944 si provvide ad una sovrastampa tipografica (foto 4).

Foto 4) La Croazia, organizzata in «Nezavisna Drzava Hrvatska» (Stato libero di Croazia) occupò gran parte dei nuovi territori dalmati e introdusse carte-valori ottenute sovrastampando quelle già italiane o producendone di nuove, il cui effettivo uso postale fu comunque molto limitato. Qui una cartolina già italiana usata a Sebenico

Foto 4) La Croazia, organizzata in «Nezavisna Drzava Hrvatska» (Stato libero di Croazia) occupò gran parte dei nuovi territori dalmati e introdusse carte-valori ottenute sovrastampando quelle già italiane o producendone di nuove, il cui effettivo uso postale fu comunque molto limitato. Qui una cartolina già italiana usata a Sebenico

La Repubblica Sociale Italiana

In Italia del nord si costituì la Repubblica sociale italiana, che emise proprie carte-valori postali, dapprima sovrastampando i valori in corso, poi con nuove emissioni. Le difficoltà del periodo bellico avevano fatto sì che le operazioni di sovrastampa fossero decentrate in varie località: Roma, Verona, Firenze, Genova, Milano, Torino.
In Venezia Giulia non si ebbero sovrastampe di francobolli, mentre ce ne furono di cartoline postali, che furono infatti sovrastampate in modo artigianale, (con una macchina tira-bozze ad inchiostrazione manuale, a Pola (foto 5).

Foto 5) La RSI sovrastampò francobolli ed interi postali in varie località. A Pola furono sovrastampate, fra l’altro, alcune cartoline postali, in modo artigianale, come questa, da Pola per città, sovrastampata in un insolito colore rosso molto scuro e con il fascetto sbavato.

Foto 5) La RSI sovrastampò francobolli ed interi postali in varie località. A Pola furono sovrastampate, fra l’altro, alcune cartoline postali, in modo artigianale, come questa, da Pola per città, sovrastampata in un insolito colore rosso molto scuro e con il fascetto sbavato.

La posta di servizio tedesca

Le forze occupanti tedesche in Venezia Giulia istituirono le proprie strutture, come un’organizzazione di lavoro coatto (foto 6), e la loro Dienstpost, ovvero posta di servizio.
Era un’organizzazione separata sia dalla posta civile sia da quella militare, che serviva l’amministrazione civile tedesca assicurandole comunicazioni sicure. Avevano diritto di usufruirne le autorità civili e militari tedesche e le truppe tedesche e i loro famigliari.
Fu aperto dapprima un ufficio a Trieste, il 1° ottobre 1943, seguito a novembre da quelli di Udine, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana, e da ottobre 1944 da quello di Tarvisio (foto 7).

Foto 6) Nel settembre 1944 venne istituita in Venezia Giulia l’organizzazione di lavoro coatto «Pöll» che arruolò giovani ed anziani giuliani sistemati in lager nell’interno. I lavoratori triestini ebbero a disposizione cartoline, come questa, per corrispondere con la famiglia tramite la prefettura. L’«Oberabschnitt Wirth-West» (settore superiore Wirth-West) citato nel bollo verde comprendeva la zona fra Trieste e Castelnuovo d’Istria.

Foto 6) Nel settembre 1944 venne istituita in Venezia Giulia l’organizzazione di lavoro coatto «Pöll» che arruolò giovani ed anziani giuliani sistemati in lager nell’interno. I lavoratori triestini ebbero a disposizione cartoline, come questa, per corrispondere con la famiglia tramite la prefettura. L’«Oberabschnitt Wirth-West» (settore superiore Wirth-West) citato nel bollo verde comprendeva la zona fra Trieste e Castelnuovo d’Istria.

Foto 7) Un ufficio della Dienstpost fu istituito a Pola, da cui partì questa raccomandata

Foto 7) Un ufficio della Dienstpost fu istituito a Pola, da cui partì questa raccomandata

L’emissione Adria Alpenvorland

Alla fine del 1943, le autorità tedesche pensarono di sostituire i francobolli in corso nelle due «zone d’operazioni» con nuovi esemplari. Venne preparata una serie, simile a quella per Lubiana, con vedute delle due zone. Non venne però emessa, probabilmente per il precipitare degli eventi: rimangono i francobolli nuovi (foto 8).

Foto 8) Alcuni francobolli della serie preparata dai tedeschi per l’uso nelle due Operationszone, e mai messi in circolazione per gli eventi bellici. Qui quelli con luoghi triestini ed istriani. Dall’alto e da sinistra: l’arena di Pola, il palazzo comunale di Trieste, il duomo di Pirano, il castello di Gorizia, il castello di Duino, il castello di Miramare, la cattedrale di San Giusto a Trieste.

Foto 8) Alcuni francobolli della serie preparata dai tedeschi per l’uso nelle due Operationszone, e mai messi in circolazione per gli eventi bellici. Qui quelli con luoghi triestini ed istriani. Dall’alto e da sinistra: l’arena di Pola, il palazzo comunale di Trieste, il duomo di Pirano, il castello di Gorizia, il castello di Duino, il castello di Miramare, la cattedrale di San Giusto a Trieste.

In conclusione, in Venezia Giulia la situazione rimase questa descritta sino agli inizi di maggio 1945 (foto 9), quando gli iugoslavi occuparono tutta la regione

Capitolo-4-Foto-9

Foto 9) 30 aprile 1945. Avviso di ricevimento d’emergenza con francobolli della RSI, usato a Trieste l’ultimo giorno della RSI e dell’Adriatisches Küstenland: la città è ora in mano ai partigiani italiani, ma il giorno dopo vi entreranno gli iugoslavi.