Terminate le vicende, restano la memoria e la commemorazione.
Già l’anno dopo la seconda redenzione di Trieste, si pensò di ricordare l’avvenimento con un francobollo commemorativo. Giovanni Savini, uno dei disegnatori dei francobolli italiani dell’epoca, preparò un bozzetto ad olio su tavola di legno, di grande formato (foto 1) molto suggestiva; ma per motivi ignoti si decise di non farne nulla.
Le vicende, i temi, i luoghi o i personaggi legati alle terre di cui s’è narrato in questi capitoli sono state ricordate dalla filatelia italiana con qualche emissione di francobolli (oltre a quelli per Trieste, già ricordati, del 1949 e del 1952).
La loro elencazione va preceduta da quella di un francobollo non direttamente legato a questi temi, ma che ebbe una vicenda particolare. Eccola.
25 febbraio 1954. Due valori celebravano l’inizio del servizio regolare televisivo in Italia: la vignetta proponeva uno schermo televisivo, con all’interno una carta d’Italia. Scoppiò un contenzioso diplomatico: la Jugoslavia protestò ufficialmente perché il profilo d’Italia comprendeva ancora l’Istria. In quell’occasione il governo italiano non accolse la protesta; l’emissione ebbe regolarmente luogo, e la Jugoslavia non la riconobbe, rifiutando le lettere così affrancate (foto 2).
3 novembre 1966. Nel cinquantesimo del sacrificio vennero ricordati i quattro martiri irredenti: Fabio Filzi di Pisino d’Istria, Cesare Battisti e Damiano Chiesa di Rovereto, Nazario Sauro di Capodistria. Sullo sfondo della vignetta il castello del Buon Consiglio a Trento e l’arsenale di Pola (foto 3).
30 luglio 1974. Centenario della morte di Niccolò Tommaseo. La vignetta raffigura il monumento eretto a Sebenico in onore del grande concittadino, distrutto nel 1944 (foto 4).
6 dicembre 1997. Cinquantesimo anniversario dell’esodo delle genti giuliano-dalmate, simboleggiato dalla poppa della nave “Toscana” che trasportò gli esuli con più viaggi fra Pola e Venezia. L’emissione di questo francobollo, che avvenne al di fuori della già fissata programmazione dell’anno, ha una storia particolare. Il 15 settembre di quell’anno si era tenuto a Trieste il raduno mondiale degli esuli istriani, ed in rappresentanza del governo era intervenuto Antonio Maccanico, allora ministro delle poste. Egli tenne un discorso di circostanza che, scritto da qualche burocrate ministeriale del tutto ignaro della storia e dell’evento particolare, conteneva frasi inaccettabili per la platea, che lo fischiò sonoramente. Il ministro ne rimase sconcertato; Denis Zigante, allora presidente dell’Unione degli Istriani, gliene spiegò il motivo, ed il politico chiese come poteva rimediare. Con felice intuizione, Zigante gli chiese l’emissione del francobollo (foto 5, 6).
Dal 2003 ad oggi la Venezia Giulia e la Dalmazia sono ricordate con cadenza dalle poste italiane, grazie al fatto che da allora nella “Consulta per l’emissione delle carte-valori postali e la filatelia” (l’organismo istituito presso il ministero, composto da membri interni ed esperti esterni, il cui compito è di consigliare il ministro sulle emissioni da deliberare) è stato chiamato a farne parte anche Bruno Crevato-Selvaggi, che sollecita queste emissioni.
24 marzo 2003. Francobollo a ricordo dei valori storici e culturali del liceo ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Pisino d’Istria, istituito nel 1898, rovinato dai bombardamenti tedeschi del 1943, demolito dagli jugoslavi nel 1947. In primo piano vi è il ritratto dell’economista e storico istriano Gian Rinaldo Carli; sullo sfondo la facciata del liceo (foto 7).
6 ottobre 2004. Cinquantenario del ritorno dell’Italia a Trieste, dopo i nove anni di occupazioni jugoslava ed anglostatunitense ed il periodo del territorio libero. Il francobollo raffigura piazza Unità; sui lampioni si alternano il tricolore ed il gonfalone della città (foto 8).
Oltre che in fogli da 50 esemplari (che è la modalità usuale) il francobollo è stato stampato anche in blocchi di quattro con il tricolore ed il gonfalone alternati sui bordi, raccolti in un libretto che in copertina ricorda l’esposizione filatelica sul tema, tenutasi allora al cittadino museo postale e telegrafico. Sul retro del libretto vi è il bozzetto del francobollo mai emesso, conservato al museo postale italiano, che nel 1955 avrebbe dovuto ricordare la seconda redenzione di Trieste, qui sopra riprodotto (foto 9).
10 febbraio 2005. Istituito dalle genti giuliano-dalmate già nel 2003, il “Giorno del ricordo dell’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia” venne sancito per legge nel 2005. Il francobollo raffigura una scena drammatica e simbolica dell’esodo, con una famiglia che abbandonando la terra dei propri avi trasporta gli averi con un carretto; sullo sfondo un’anziana geme compostamente (foto 10).
10 febbraio 2006. La Società Dalmata di Storia Patria venne fondata a Zara il 26 marzo 1926. Il sigillo sociale raffigurato nel francobollo rappresenta un medaglione che ha nel centro l’arme dalmata in uno scudo trecentesco sormontato dalla corona reale. Il francobollo venne realizzato con la raffinata tecnica di stampa della calcografia, che dà l’impressione del rilievo (foto 11).
10 febbraio 2007. Giungendo i profughi dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia in molti centri di raccolta in tutta Italia, il governo ritenne d’utilizzare anche il borgo di Fertilia, nei pressi di Alghero, la cui costruzione era iniziata nel 1936 ma che non si era mai sviluppato ed era in abbandono. Nacque così, nel 1947, “Fertilia dei giuliani”, di cui viene ricordato il sessantesimo anniversario (foto 12).
10 dicembre 2007. Fiume, “terra orientale già italiana”. Il francobollo doveva inizialmente uscire ad ottobre; l’emissione venne posposta dopo un’iniziale improvvida sospensione, cui seguirono asperrime polemiche (foto 13).
8 marzo 2008. Liceo “Carlo Combi” di Capodistria. Anche per questo francobollo vi furono molte polemiche, e non uscì il 10 febbraio, quando avrebbe dovuto, con una dizione molto anodina (foto 14).
2009. Sono state avanzate richieste di francobolli per i 600 anni della dedizione di Zara a Venezia e per l’anniversario di Palatucci, questore di Fiume. Verranno vagliate nelle prossime riunioni della Consulta.
Oggi un francobollo ha una valenza propagandistica e celebrativa infinitamente inferiore a diversi anni fa, quando la posta epistolare rivestiva un ruolo di centralità sociale oggi completamente perduto, a favore di nuovi mezzi di comunicazione più effimeri anche se tecnologicamente più avanzati e immediati. Se un tempo ricevere a casa una lettera affrancata con un francobollo era parte della quotidianità, oggi rappresenta l’eccezione; il fascino però rimane intatto, ed anzi, se possibile, accresciuto. Vale quindi la pena affrancare sempre la propria corrispondenza con questi francobolli: quelli degli ultimi due anni sono reperibili negli “sportelli filatelici” (aperti solo la mattina) delle poste centrali dei capoluoghi di provincia e d’altre cittadine.